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"Saremo sommersi di migranti". Spunta l'ipotesi dello stato d'emergenza

Schifani, presidente della Regione Sicilia, lancia l'allarme: "Intercettare il problema sul nascere o saremo sommersi da masse di migranti". Il governo studia la mossa per fermare le partenze

"Saremo sommersi di migranti". Spunta l'ipotesi dello stato d'emergenza

L'emergenza immigrazione rappresenta una delle priorità dell'agenda del governo italiano. Lo sguardo è rivolto non solo al presente ma anche alla stagione estiva, con il forte timore che le buone condizioni del mare possano incentivare ancora di più le partenze. Ecco perché, proprio per evitare un'ondata di arrivi sulle nostre coste nei prossimi mesi, l'esecutivo sta studiando le mosse per porre un freno alle partenze allungando la mano a favore della Tunisia. Sullo sfondo resta l'ipotesi dello stato di emergenza.

L'allarme di Schifani sui migranti

Su questo fronte è arrivato un allarme ben chiaro da parte di Renato Schifani, che già da tempo ha avviato un confronto con il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Il governatore della Regione Sicilia, intervistato ai microfoni di Radio Anch'io, non ha escluso la possibilità di dichiarare lo stato di emergenza e necessità: "Sono convinto che non appena il tempo migliora si tornerà a una nuova ondata di sbarchi che già era messa nel conto. Per cui, se non si intercetta il problema sul nascere saremo sommersi da queste masse di migranti".

Stando a quanto appreso e riferito da Il Messaggero, il governo sembra essere disposto a valutare lo stato di emergenza per quanto riguarda i Comuni interessati dal picco degli arrivi. Il che potrebbe tradursi non solo nella riduzione dei tempi di intervento, ma anche nel riconoscimento di maggiori poteri e risorse ai sindaci.

Non a caso la linea tracciata dal governo guidato da Giorgia Meloni va in una direzione precisa: gestire in maniera efficace e tempestiva una situazione che altrimenti si potrebbe rivelare incontrollabile. Tra le opzioni rientra pure l'ampliamento dei centri di accoglienza per far sì che il tutto non degeneri. "Potenzieremo alcune aree, naturalmente anche Lampedusa va potenziata. Ma queste cose non si fanno dall'oggi al domani. C'è questa attività da parte del governo. Il progetto è questo", ha dichiarato Schifani.

Il fattore Tunisia

L'esecutivo di centrodestra ha ben chiaro che il contesto ha subito un cambiamento in seguito alla forte instabilità nell'area subsahariana, in particolare in Tunisia. Che viene vista come una Nazione da supportare in un momento di difficoltà, proprio per scongiurare un boom di sbarchi in Italia. Non a caso nella cabina di regia svoltasi ieri sera a Palazzo Chigi si è parlato anche dello sblocco dei finanziamenti.

Il momento storico che sta attraversando la Tunisia potrebbe presto determinare una serie di flussi che rischiano poi di essere ingestibili. Nel governo comunque si respira un clima di fiducia e viene fatto notare che in tal senso si sono registrati progressi da parte degli Stati Uniti e dell'Unione europea. Tra l'altro nei prossimi giorni il ministro degli Esteri Antonio Tajani incontrerà a Roma il suo omologo tunisino Nabil Ammar.

Una ricetta avanzata da Matteo Salvini prevede Centri di permanenza per i rimpatri in ogni Regione. Una mossa che, secondo il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, sarebbe utile e necessaria: "Sicuramente aiuterebbero per la gestione del fenomeno, sarebbero assolutamente utili".

Come scritto da Gian Micalessin su ilGiornale in edicola oggi, anche per il titolare del Viminale Matteo Piantedosi sarebbe giusto incrementare i Cpr e sbloccare la macchina dei rimpatri che ormai si è inceppata.

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