Scandalo Cialente, poltrone al Fli per il sostegno

Il ballottaggio a L'Aquila finisce in procura

Scandalo Cialente,  poltrone al Fli  per il sostegno

Finisce a pesci in faccia e forse addirittura in Tribunale l’apparentamento tra il Pd e Fli al ballottaggio per il sindaco dell’Aquila tra Giorgio De Matteis (Mpa) e l’uscente Massimo Cialente (Pd). Che per conquistarne l’appoggio aveva offerto ai finiani un pacchetto di poltrone chiavi in mano. Una storia squallida, ancora di più perché ha come teatro la città martire del terremoto di tre anni fa.

Prima del voto del 6 e 7 maggio il segretario provinciale del Pd Silvio Paolucci e il coordinatore regionale dei futuristi Daniele Toto firmano un «Protocollo di intesa per la rinascita dell’Aquila». Rinascita? In quel foglio A4 ci sono solo spartizioni. Il Pd garantisce a Fli, in caso di vittoria di Cialente o al primo turno o al ballottaggio con l’appoggio dei finiani, un assessorato con una persona di staff; la presidenza dell’Afm (l’azienda farmaceutica municipalizzata); un posto nel cda dell’Asm (la multiservizi aquilana); il presidente del collegio dei revisori dei conti dell’Ama (trasporti) e una poltrona nel collegio dei revisori dei conti del Comune; la presidenza di una commissione consiliare; qualche consulenza esterna; forse anche il membro del cda della Gran Sasso Acque spettante al Comune.

Al primo turno Cialente con il 40,69 per cento va al ballottaggio con Giorgio De Matteis (Mpa e altre liste), che ottiene il 29,71. Enrico Verini, candidato di Fli, prende solo il 2,62 per cento. Un bottino misero che rende meno appetibile l’apparentamento con Fli per il Pd. E infatti l’accordo salta. Cialente il 13 maggio manda una mail a Toto e, per conoscenza, a Paolucci: «Caro Daniele, anzitutto vi devo delle scuse, ma l’ipotesi di apparentamento non la posso perseguire perché ho l’opposizione assoluta di ben tre delle liste che mi hanno appoggiato al primo turno». C’è però il premio di consolazione: «Io comunque ho deciso di dare tre postazioni al Fli: una presidenza di azienda a Enrico (Verini, ndr), immediatamente la vicepresidenza del centro turistico a Faccia (Luigi Faccia, più votato nella lista Fli, ndr) e successivamente, sempre a Faccia, la vicepresidenza della Gran Sasso Acqua, posizione molto ambita perché con retribuzione superiore a quella di un assessore comunale».

Il pacco premio ridotto non piace a Fli, che rende pubblici il protocollo e la mail e dà del bugiardo a Cialente, che si difende così: «Ho provato a proporre un accordo politico offrendo (...) postazioni di governo come è giusto che sia, perché chi è in maggioranza programmatica è giusto anche che abbia responsabilità dirette e chiare».

Poi l’attacco personale a Verini: «Non ha categorie di valori e programmatiche di fondo, ma cerca posti e basta». Tra i due litiganti rischia di godere De Matteis, che sulla spartizione preventiva della città sta valutando «la possibilità di fare un esposto alla Procura della Repubblica dell’Aquila».

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