Scatta la ghigliottina: Grillo caccia Mastrangeli

RomaÈ un terreno impossibile da bonificare. Perché qui abitano i contestatori, disponibili a qualche collaborazione su singoli punti del programma del governo, ma pronti a far esplodere tutto. Perché sanno bene dove accendere la miccia. Sono sufficienti un paio di proposte di legge e il nuovo compromesso quasi storico, l'alleanza Pdl-Pd, potrebbe tremare e saltare.
Nichi Vendola con Sel e Beppe Grillo con il Movimento cinque stelle. Alleati per caso nella nomina del presidente della Repubblica. Appaiati all'opposizione in questo inizio di legislatura dove Pdl e Pd all'apparenza si vogliono bene. I partiti sono molto diversi. Basti pensare che i grillini ieri hanno azionato la ghigliottina e hanno fatto fuori con un metodo innovativo, la votazione del supremo «tribunale» della rete, il senatore Marino Mastrangeli, colpevole di essere andato a parlare alla trasmissione di Barbara D'Urso Pomeriggio Cinque. Mastrangeli, già processato dai colleghi parlamentari, è stato condannato dall'88,8% degli iscritti aventi diritto al voto (17.177 persone). Solo l'11,2% (2.164 voti) lo ha assolto. Ieri a Milano si è svolta una riunione Grilo-Casaleggio per avviare la «fase 2» del Movimento. Al termine, i due guru hanno inviato una mail a tutti i parlamentari per ricordare il Codice di comportamento e il fatto che si devono restituire 2500 euro mensili dell'indennità ricevuta. Per quanto riguarda la diaria (3500 euro per vitto e alloggio) la line aè quella di pubblicare on line le spese effettive.
Grillini e vendoliani ora non fanno gli alleati, ma c'è un nome che li unisce: Stefano Rodotà, che entrambi volevano al Colle, e che ora vogliono alla presidenza della Convenzione per le riforme. E ci sono subito due carte da giocare, oltre a questa, per sparigliare la strana maggioranza. Due proposte di legge «esplosive», entrambe dirette contro il leader del Pdl Berlusconi. Sel presenterà subito un disegno di legge sul conflitto d'interessi. Il testo potrebbe mettere in enorme difficoltà il Pd, spesso accusato di aver tralasciato per anni la norma per ridimensionare le proprietà televisive del Cavaliere. Soprattutto l'ala più a sinistra dei democratici potrebbe affiancarsi a Sel su questo disegno di legge. Il Pd in ascesa Maurizio Barca avrebbe dovuto partecipare ieri a un'iniziativa a Bologna con il segretario generale della Fiom Landini e con Stefano Rodotà, un convegno dal titolo: «Una nuova sinistra sta nascendo?». In realtà né Barca né Rodotà si sono visti, ma è chiaro che una parte del Pd guarda ad alcune proposte di Sel come baluardo dell'identità antiberlusconiana di sinistra.
Ma anche i cinque stelle hanno confezionato la loro «bomba» politica.

E' pronto il disegno di legge che prevede l'incandidabilità di Berlusconi. Per ora alla Camera è stato depositato un ddl della deputata Federica Dieni, che nel titolo prevede: «Disciplina delle cause di incandidabilità».

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