Il «partito degli indecisi». O il «partito delle schede bianche». Quante volte si sentono espressioni di questo tipo? Ebbene, secondo qualcuno, il partito delle schede bianche dovrebbe essere rappresentato in quanto tale in Parlamento. E quale modo migliore per rappresentarlo se non lasciando dei seggi vuoti? Proprio così, la proposta - per quanto curiosa possa sembrare - ora è nero su bianco. E prevede questo: far partecipare anche le schede bianche alla ripartizione proporzionale dei seggi di Camera e Senato: tante schede bianche uguale a tanti seggi vuoti in Parlamento.
Un meccanismo del genere non ha precedenti storici specifici. E in nessun sistema istituzionale del mondo esiste qualcosa del genere. Solo in Nevada le elezioni prevedono che nella scheda ci sia la casella «nessuno di questi candidati». Ma finisce lì.
Qui sarebbe molto di più e di diverso. Stravaganza, idea seria, o piuttosto qualunquismo e anti-politica, i promotori della «riforma» non fanno mistero di considerarla - almeno in parte - una provocazione. Ma intanto hanno pubblicato un libello su questo: «Ascoltare il dissenso. Come la scheda bianca può ridurre il numero dei parlamentari». Gli autori sono Ester Tanasso e Alessandro Tessari, l’editore è Mimesis Edizioni. Ester Tanasso è un avvocato, cultore di Diritto Pubblico presso l’Università del Molise. Alessandro Tessari, docente universitario in pensione, è un ex parlamentare comunista e poi radicale, e nei primi anni Novanta aveva già presentato un disegno di legge del genere.
Schede bianche e astensione - questo in soldoni il loro punto di vista - sono un fenomeno che negli anni ha assunto una dimensione e un significato nuovo e diverso rispetto al passato. Nelle prime votazioni del Dopoguerra segnalavano soprattutto disagio, anche sociale. A volte dipendevano solo dall’analfabetismo. E l’affluenza, in Italia, era altissima. Negli ultimi anni, alla fisiologica indifferenza che sta dietro la scelta di disertare le urne si è aggiunto un atteggiamento di protesta, più o meno radicale, che si traduce nella scelta di lasciare la scheda bianca - o di annullarla. Questo ha ispirato lo studio della Tanasso: tenere conto del dissenso e istituzionalizzarlo, «punendo» i partiti che l’elettore astensionista considera «tutti uguali». «Non vogliamo incentivare la diserzione delle urne, vogliamo fare in modo che i cittadini tornino a votare», hanno spiegato, «un po’ in termini di provocazione e un po’ credendoci». L’esperta di diritto ha anche aggiunto accorgimenti particolari, per dimostrare che non vuole «inceppare il Parlamento». Per esempio una soglia di sbarramento al contrario: se i seggi fossero ridotti in modo straordinario - ha concesso - sarebbe possibile uno sbarramento al contrario, con una riduzione dei seggi fino al massimo del 20-30% del totale.
E intanto Tessari, a tanti anni di distanza, a proposito dei suoi ex compagni ha rivelato: «Mi si disse che la proposta avrebbe fatto morire sul nascere la proposta leghista, ma allora ci si chiedeva se non potesse essere alleata della sinistra».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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