Giochi di mano, giochi da villano. E il detto vale anche per i genitori alle prese col figlio scapestrato. Che, dopo aver ricevuto una sberla, può a buon diritto chiedere e (ottenere) non solo la condanna penale di padre e madre maneschi, ma anche un congruo risarcimento danni. Meglio della paghetta...
La Cassazione ha sancito infatti che i metodi troppo violenti, seppur finalizzati all'educazione di un figlio minorenne, possono portare il genitore non solo a una condanna in sede penale, ma anche a dover risarcire i danni all'adolescente ribelle. Lo si evince da una sentenza con cui la Suprema corte ha confermato la condanna di un padre e della sua compagna per il reato di percosse al pagamento di una multa e al risarcimento dei danni alla figlia sedicenne di lui.
L'adolescente era stata sorpresa a fumare e per questo era stata rimproverata dalla convivente del padre e, poi, dallo stesso genitore. I fatti, però, si erano svolti in modo un pò troppo violento: secondo l'accusa, la ragazza era stata afferrata per un piede dalla compagna del papà - che le aveva anche lanciato un cucchiaio -, fatta cadere dal letto e colpita con un calcio al collo. Il padre, poi, l'aveva schiaffeggiata e presa per i capelli. Un altro episodio, in cui il genitore aveva dato schiaffi alla figlia, era avvenuto quando la ragazza era entrata in casa del padre per recuperare i telefonini (maledetti telefonini! ndr)che il genitore le aveva sequestrato per punirla dello scarso rendimento scolastico.
La Suprema Corte (quinta sezione penale, sentenza n.
Tradotto: giù le mani dai figli, con le buone maniere si ottiene di più. O no?
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