
L'assassino di Charlie Kirk, e le minaccie più o meno velate giunte dagli ambienti estremisti di sinistra, hanno convinto il ministero dell'Interno a rafforzare i dispositivi di sicurezza attorno alle tre cariche governative principali del Paese: Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini. Lo scorso venerdì il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, ha diramato una circolare che disponeva "un riesame e eventuale rafforzamento delle misure di profili di rischio", che hanno portato alla decisione di un rafforzamento della sicurezza. A riferirlo è Il Messaggero, secondo il quale per il premier e i due vicepremier la tutela sarà alzata al livello "eccezionale", che prevede di mettere in campo due o tre auto blindate con tre agenti in ogni vettura.
All'inizio della legislatura, i tre esponenti principali del governo avevano optato per una scorta di secondo livello, più blanda e meno invadente e, viste condizioni di quel periodo, era stata considerata adeguata. Ma il cambiamento del clima nel Paese, e a livello internazionale, ha obbligato una decisione che va in tutt'altra direzione e, su ordine del ministero dell'Interno, è stato disposto il livello di scorta maggiore per loro. Già nel pomeriggio di ieri, durante l'evento ad Ancona per chiudere la campagna elettorale del candidato del centrodestra nelle Marche, Francesco Acquaroli, il premier e i suoi vice sono apparsi in pubblico con un dispositivo molto più massiccio. C'erano almeno sei agenti della scorta intorno a Meloni e un settimo aveva con sé con una valigetta nera con un telo antiproiettile da estrarre in caso di bisogno.
"Io ho sempre detto che bisogna usare un linguaggio diverso per evitare di accendere gli animi.
Oggi è stato innalzato il livello di scorta alla presidente del Consiglio, al vicepresidente Salvini e a me, quindi vuol dire che il clima non è dei migliori. Io, invece, invito tutti quanti ad abbassare i toni. Io anche oggi non ho offeso nessuno", ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri a margine del Question time al Senato.