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Scuola, torna l’esame di riparazione

Basta promozioni con i debiti: una prova verificherà la preparazione degli studenti nelle materie in cui non avevano la sufficienza. Il decreto del ministero in vigore già quest'anno. Corsi di recupero in classe

Scuola, torna l’esame di riparazione

I vecchi esami di riparazione Fioroni li ha ribattezzati «nuove misure per il recupero dei debiti scolastici». Quando si dice una scuola moderna, al passo con i tempi. Poco importa se poi, in sostanza, non si è fatto altro che riesumare un rito seppellito 13 anni orsono. Un azzeramento che è servito solo a rinforzare negli studenti la convinzione della promozione sicura, senza neppure il fastidio di quell’esame di riparazione estivo, croce di generazioni di giovani insufficienti in matematica, italiano, lingua straniera che guidavano la hit parade delle materie più ostiche. Ora grazie al decreto Fioroni, che entrerà in vigore già da questo anno scolastico, la scuola è montata sulla macchina del tempo tornando al 1995, anno in cui la prova di riparazione fu mandata in soffitta dall’allora ministro D’Onofrio. Fioroni ha fatto due conti ed ha capito di avere un grande avvenire dietro le spalle: «Quarantadue studenti su cento - ha sottolineato il ministro - vengono ammessi con debito alla classe successiva, solo 1 su 4 lo recupera, ma gli altri vanno avanti comunque. Ecco perché era necessario correre ai ripari». «Sarebbe imperdonabile - continua Fioroni - prendere atto di questa situazione e non fare nulla. Le scuole organizzeranno corsi e faranno verifiche anche durante tutto l'anno, ma l'ultima chiamata dovrà essere fatta prima che ricomincino le lezioni: chi ha “saldato” andrà avanti, chi ha bisogno di più tempo si fermerà».

Per capire meglio, facciamo un esempio pratico. Se il prossimo mese di giugno un ragazzo che frequenta un istituto superiore riporterà una o più insufficienze, la sua promozione sarà «congelata»: il Consiglio di classe procede al rinvio della formulazione del giudizio finale; niente più, quindi, «promozione con debito».

Da questo momento per lo studente comincerà un «calvario estivo», come lo definiscono un po’ melodrammaticamente le associazione studentesche: «Il dirigente scolastico - recita il decreto - comunicherà alle famiglie, per iscritto, la motivazione delle decisioni assunte dal consiglio di classe. Le famiglie saranno messe al corrente delle “specifiche carenze rilevate” e dei “voti proposti” dai prof». A questo punto - contrariamente a ciò che accadeva con gli esami di riparazioni d’antan - sarà la scuola a farsi carico dei cosiddetti «interventi didattici finalizzati al recupero dei debiti formativi registrati», che gli istituti saranno tenuti a realizzare entro il 31 agosto dell'anno di riferimento. Le famiglie, tuttavia, possono decidere di affidare i propri figli alle cure di insegnanti privati, sollevando formalmente la scuola dall'adempimento.

Il momento della verità, come in passato, sarà a settembre. Entro l'inizio delle lezioni gli stessi insegnanti, «in sede di integrazione dello scrutinio finale», procederanno alla verifica dei risultati conseguiti e alla formulazione del giudizio definitivo che, in caso di esito positivo della valutazione, consente l'ammissione dell'alunno alla frequenza della classe successiva.

Inutile nascondere che la riforma Fioroni avrà costi ingenti. La Finanziaria troverà i fondi per pagare gli «extra» a professori e bidelli? Se - come teme più di qualcuno - i soldi non verranno fuori, tutta l’operazione potrebbe saltare.

Anzi, essere «rimandata» a data da destinarsi.

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