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Se i partiti da prefisso telefonico danno Forza Italia già morta

Nei sondaggi faticano a raggiungere il 4%, eppure il loro unico pensiero è il destino degli azzurri. Per non sparire inventano alleanze improvvisate, come il Ncd e l'Udc

Se i partiti da prefisso telefonico danno Forza Italia già morta

Roma - Ultime notizie: Forza Italia è politicamente morta. Lo dice Beatrice Lorenzin, ministro della Salute e socia fondatrice dell'Ncd: «Forza Italia ha rinunciato a costruire un progetto per il futuro ed è rimasta ancorata al passato. È fallito un progetto politico», dice la ministra in un'intervista al Tempo. Lo conferma il collega di partito Enrico Costa: «Puntiamo a sostituirli come calamita dei moderati, perché la calamita di Forza Italia si è smagnetizzata».

Insomma, pensi che il funerale sia stato già fissato. Che sia ora di tirare fuori dalla naftalina il vestito nero e ordinare dal fioraio la corona per la più attesa delle cerimonie funebri della politica italiana (in fondo era ora, no?). Poi però guardi i sondaggi e trasecoli: a Forza Italia in vista delle prossime elezioni europee è accreditato un bottino elettorale del 20 per cento, con una forbice che va dal 19 netto di Piepoli (sondaggio del 9 aprile) al 20,9 di Emg (8 aprile). Un dato non proprio da encefalogramma piatto, soprattutto se si considera che: 1) il leader di Forza Italia è stato espulso dal palcoscenico politico nel modo che conosciamo e questo qualche punto percentuale certamente costa; 2) malgrado tutto Berlusconi, da animale elettorale qual è, saprà comunque far guadagnare molti voti al partito proprio allo sprint, come è sempre accaduto: la storia che i sondaggi elettorali da sempre sottovalutano Forza Italia e il Pdl; 3) Berlusconi deve comunque condividere lo stesso universo elettorale con una folla di competitor, spesso proprie costole sciossioniste.

Insomma, chi dà Forza Italia politicamente morta forse farebbe bene a farsi a sua volta un check up per controllare le proprie funzioni vitali. Partiamo dal Nuovo centrodestra, il partito che ha già vergato i manifesti funebri di Berlusconi e socie che pretenderebbe di raccogliere il testimone dei moderati: ebbene viene collocato nei sondaggi ben sotto del 4 per cento dello sbarramento, asticella che viene superata solo grazie alla furbata dell'alleanza con l'Udc, altro partito alla canna del gas: insieme i due compagni di lista mettono assieme un dato che va dal 5,0 di Datamedia al 6,0 di Piepoli. Insomma, Alfano nemmeno con l'aiutino si avvicina a un terzo della statura di un Berlusconi depotenziato. Se questo è lo statista che dovrebbe cambiare l'Italia, beh, i conservatori possono dormire sonni tranquilli.

Ma la sfilza dei partiti comatosa è lunga: Per l'Italia, la scheggia dei transfughi montiani guidati dall'ex ministro della Difesa Mario Mauro, ha numeri talmente bassi da finire nel calderone degli «altri» assieme a pensionati, cacciatori, ecologisti e trotskisti. Anche la Lega, un partito che alle ultime Europee (quelle del 2009) andò in doppia cifra, quest'anno punta al massimo al 5 per cento. Fratelli d'Italia, altro partito che si vuole centrale nella galassia di centrodestra e che si è pure riappropriato del brand Alleanza Nazionale per cercare di catturare qualche nostalgico o qualche distratto, galleggia nei sondaggi tra il 3 e il 3,6 malgrado le foto da miss con cui la leader Giorgia Meloni ha riempito l'Italia.

Se usciamo dal centrodestra e diamo un'occhiata agli altri schieramenti politici, ecco tante altre sigle che, come avrebbe detto Fabrizio De André mutuando Edgar Lee Masters, «dormono sulla collina». Dietro il logo di Scelta Europea si sono messi in tre (Scelta Civica, il Cd di Tabacci e Fare per fermare il declino già di Oscar Giannino e oggi di Michele Boldrin) per ramazzare dalle intenzioni di voto un misero 2,5 medio. Italia dei Valori ormai ha valori da bilirubina, con cenni di vita solo a destra della virgola. I Verdi ormai sono al verde, con medie attorno alla metà di 1. E anche L'Altra Europa con Tsipras, una compilation di anime, sigle e personalità di estrema sinistra (si va da Sel a Rifondazione, dal manifesto ad Andrea Camilleri, da fiancheggiatori dei No Tav ai Movimenti per l'Acqua) nel più ottimistico dei sondaggi tocca il 4,5 per cento, restando altrove sotto il 4.

Insomma, se è di morti politiche che si parla, questa assomiglia a una strage.

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