All'inizio si pensa a un giallo. Berlusconi, che avrebbe dovuto essere intervistato da Monica Maggioni del Tg1, all'ultimo momento dà forfait. Nessuna intervista, tutto rimandato a data da destinarsi perché oggi il Cavaliere volerà a Milano. Perché salta tutto? Le sue frequenti apparizioni in tv hanno già provocato polemiche a non finire. C'è un nesso con il silenzio dell'ultima ora? La versione dell'entourage del premier lo esclude. «La questione è che Berlusconi ha preferito ascoltare prima la conferenza stampa di Monti in Senato, andata in onda in diretta alle 19 di sera - dicono da palazzo Grazioli - e siccome l'intervento del Professore s'è protratto più a lungo del previsto, non c'era più il tempo necessario per registrare e mandare in onda il colloquio». Tutto rinviato a data da destinarsi, quindi. Ieri, indirettamente, è stato Monti a mettere il bavaglio al Cavaliere che il giorno precedente aveva dovuto subire lo stop alla presenza a Porta a Porta, da parte di viale Mazzini.
Tuttavia la voce dell'ex premier s'è fatta sentire anche ieri, per aver registrato alcune interviste a un paio di emittenti locali. E proprio sulla questione tv, Berlusconi ha detto: «Io mi sto concentrando sulle partecipazioni alle trasmissioni televisive. Se invece dovessero veramente ridurre questa possibilità a poche presenze, penso che farò un piccolo giro d'Italia». Insomma, non si dà per vinto il Cavaliere che ormai affonda i colpi soprattutto sul premier dimissionario e la sua candidatura. «Con la salita in campo, Monti ha rinunciato al ruolo super partes che gli era stato affidato mettendolo a capo di un governo tecnico sostenuto dalla maggioranza e dall'opposizione parlamentare - ha detto a un'emittente dell'Alto Adige - decisione non coerente con l'impegno che lui stesso aveva divulgato a più riprese dicendo che non si sarebbe mai candidato e soprattutto in questo caso lui si candiderebbe contro le due forze politiche che lo hanno sostenuto per un anno al governo». Nel quartier generale berlusconiano c'è amarezza per l'atteggiamento del Professore e parte l'affondo guidato da Alfano: «La conferenza stampa del senatore Monti rivela in modo inequivocabile il tentativo di nascondere dietro qualche candidatura moderata un disegno di alleanza con la sinistra». Insomma, Monti e i centrini fanno da stampella al Pd.
Ma il Cavaliere va avanti per la sua strada, resa ancor più tortuosa dalla difficoltà di chiudere l'accordo con la Lega. A fare da blocco è il caso Albertini, ex sindaco di Milano che non intende rinunciare a correre per il Pirellone. E proprio su Albertini, Berlusconi così s'è espresso: «Lui si è legittimamente candidato, ma adesso deve verificare che la sua candidatura, che tra l'altro non è più sostenuta da Formigoni e da Comunione e Liberazione, mette a rischio l'alleanza, anche a livello nazionale, tra noi e la Lega». E sulla Lombardia: «Dev'essere la locomotiva dell'economia italiana, ma bisogna che ci sia un governo con una politica che sia l'opposto della politica dell'austerity».
Un ritorno alla fase liberale della prima ora, quindi. Lo stesso Cavaliere lo ha ammesso: «Credo che tutto il Pdl dopo questa parentesi nella democrazia, sia tornato alla sua prima fase, cioè a quella di Forza Italia, e stia riconquistando assolutamente credibilità».
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