La seconda gioventù degli Alpini 13mila domande per 1300 posti

La seconda gioventù degli Alpini 13mila domande per 1300 posti

C’è la crisi cattiva e c’è la crisi buona. Vista con gli occhiali degli alpini, questa adunata nazionale di Bolzano può essere declinata in due modi. Il primo, più pessimista, viene registrato dal comando dei vigili del fuoco della città altoatesina: l’affluenza di penne nere è inferiore alle previsioni. Per carità, il clou è oggi e può darsi che nella notte le entusiastiche stime diffuse dall’Ana (ieri si parlava di 100 mila arrivi) trovino conferma anche nelle vie di Bolzano, ma i dati empirici in possesso di Ernst Preyer, comandante dei vigili del fuoco, dicono che il temuto caos viario è stato evitato proprio per l'afflusso contenuto.
E allora che lenti bisogna indossare per vedere il lato buono di questa crisi nera che rende problematico e troppo costoso anche un viaggio fino a Bolzano? Ci pensa il generale Alberto Primicerj, comandante delle truppe alpine, a trovare un motivo di grande soddisfazione: gli organici sono al completo e le domande di arruolamento, provenienti in gran parte dalle regioni del nord, superano di dieci volte i posti disponibili, 13 mila contro 1.300 solo nel 2011. È chiaro, a Bolzano si parla di ritrovato fascino di un corpo che, nell’immaginario collettivo, è sempre stato associato a eroismo, efficienza e disponibilità nelle condizioni di massima difficoltà. Ma se migliaia di giovani settentrionali bussano alle porte di una ferma volontaria che garantisce 700 euro al mese, mica un tesoro, vuol dire che, senza voler oscurare l’appeal della divisa, nelle fabbriche del nord tira una brutta aria.
Giusto ieri, per dire, mentre si brindava in allegria per le strade di Bolzano, i giornali riportavano la notizia di mille esuberi alla Safilo, l’azienda veneta leader nella produzione di occhiali. Eccola l’adunata della crisi, dunque. Magri affari anche per la truppa di prostitute che, secondo la rivelazione fatta da una professionista del settore al quotidiano Tageszeitung, sta marciando su Bolzano. Con i portafogli più leggeri, gli alpini rischiano addirittura di bere un bicchiere in meno, e questa sì sarebbe la prova provata della recessione più pesante dai tempi della guerra. E che questa sia una nuova guerra, esplosa nelle ovattate sale della finanza globale e piano piano infiltratasi anche nelle fabbriche, nelle famiglie, sembrano esserci ormai pochi dubbi. Stavolta non bastano i fucili per combatterla, anche se qualche pericoloso cretino ha già cominciato a sparare per resuscitare il clima del terrorismo, delle Brigate Rosse. Non bastano i fucili, ma qualcuno a Bolzano ha già lanciato la sua provocazione. Eva Klotz, leader della Suedtiroler Freiheit, ha pensato bene di accogliere gli alpini con un volantino in cui si ricordano le presunte «aggressioni nazionalistiche e crimini di guerra contro tanti popoli» di cui si sarebbero resi protagoniste le penne nere. La questura ha invitato la pasionaria a recedere dall’intenzione di distribuire quei volantini tra i partecipanti dell’adunata e così si è accontentata di sistemarli nei locali pubblici. È intuibile quale uso abbiano fatto gli alpini di quel plico di cartoline.

Oggi è atteso a Bolzano il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola. «Alpini d'Italia - ha già detto nel messaggio inviato per l’adunata - voi rappresentate un patrimonio unico per il Paese». Dio non voglia che Monti decida di tassare pure questo.

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