A inizio anno l'Italia si era detta molto preoccupata per lo spettro di un'ondata di migranti che avrebbe potuto interessare le nostre coste ma, almeno per il momento, si tira un sospiro di sollievo perché quel boom non sembra destinato a palesarsi come tale. A mostrarsi ottimista è stato Matteo Piantedosi, che ha puntato l'attenzione sui numeri come fattore che allo stato attuale non sta mettendo in evidenza una situazione di particolare pericolo per il nostro Paese per quanto riguarda gli sbarchi.
I "segnali incoraggianti" sugli sbarchi in Italia
Il ministro dell'Interno, intervistato da Il Messaggero, ha fatto notare che si sta assistendo a un cambio di scenario di assoluto rilievo: nei mesi scorsi era stata data quasi per certa un'escalation di arrivi sulle coste italiane nel corso della stagione estiva, mentre a oggi le circostanze non stanno creando apprensione. "Stiamo cogliendo timidi segnali incoraggianti per i flussi estivi rispetto alle previsioni pessimistiche di inizio anno", ha spiegato.
Piantedosi si è voluto soffermare sui dati che "dimostrano un rallentamento delle partenze dal Nord Africa", ricordando che a stretto giro si dovrebbero registrare anche i primi effetti della collaborazione del governo guidato da Giorgia Meloni con i Paesi terzi. Un elemento che potrebbe contribuire ulteriormente ad alleggerire la pressione sull'Italia, in attesa che sia efficace il nuovo accordo raggiunto dal Consiglio degli Affari Interni dell'Unione europea sulla riforma per la gestione del fenomeno migratorio.
Il titolare del Viminale ha confermato che non vi è alcun pregiudizio su un possibile ampliamento del decreto flussi. Quanto ai Paesi in grado di ricevere in sicurezza i migranti respinti dall'Europa, il ministro Piantedosi ha informato che la Farnesina ha già una lista formale di Stati terzi definiti sicuri, sia in Africa così come nei Balcani: "Valuteremo di volta in volta avendo cura, come chiesto dagli amici tedeschi nelle trattative in Ue, che vi siano connessioni personali dei migranti con quei Paesi".
La missione di Meloni a Tunisi
Oggi a Tunisi è in programma la missione lampo che vede la presenza di Italia, Olanda e Unione europea. Alla presenza di Giorgia Meloni, Mark Rutte (primo ministro olandese) e Ursula von der Leyen (presidente della Commissione europea) si affronteranno temi importanti come la cooperazione in materia d'economia e l'immigrazione. Si parte da una convinzione di base: la sponda dei paesi del Nord Africa è necessaria per una svolta nell'ottica di una riforma del Patto sulla migrazione.
Da tempo il nostro presidente del Consiglio sostiene la necessità di incassare la piena cooperazione della Tunisia sui migranti. Il governo italiano rivendica di essere stato il primo a portare il dossier tunisino ai tavoli di Bruxelles. Ecco perché, con l'intento di frenare gli sbarchi, il "sì" del presidente Kais Saied sarebbe un vero e proprio successo per il nostro Paese. Soprattutto se si considera che siamo il posto di primo approdo di chi salpa dalla Tunisia.
A parlare dell'importanza della missione è stato Antonio Tajani, secondo cui servono aiuti tempestivi e concreti alla Tunisia. Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri - intervistato da La Repubblica - ha invitato il Fondo monetario a muoversi con un "approccio pragmatico, non ideologico".
Il titolare della Farnesina ha ribadito che la stabilizzazione dei Paesi di partenza dei migranti è una condizione imprescindibile per risolvere il problema: "Bisogna affrontare, e subito, la crisi economica della Tunisia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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