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"Le selezioni le fanno gli scafisti". La lezione di Nordio alla sinistra

Intervenuto a Treviso, il ministro della Giustizia commenta quanto sta avvenendo a Catania: "Selezioni? Le fanno gli scafisti. Lo Stato di primo accesso è quello di bandiera di quella nave"

"Le selezioni le fanno gli scafisti". La lezione di Nordio alla sinistra

"Discriminazioni", "Selezioni", "Sequestratori", "Decreti disumani e illegettimi" sono solo alcuni dei pensatissimi attacchi rivolti al governo Meloni e ai suoi ministri da parte della sinistra, indignata per il braccio di ferro con le navi Ong.

A rispondere alle accuse ci pensa il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che in termini di leggi e diritti ne sa decisamente di più rispetto a certi irriducibili dell'accoglienza. Di tappa a Treviso per visitare il tribunale, il neo Guardasigilli ha toccato varie tematiche, non risparmiando neppure quella dell'immigrazione. Sbarchi selettivi? Se c'è qualcuno che fa selezioni, quelli sono gli scafisti. "La selezione dei migranti non è fatta in base ai loro interessi, ma a quelli degli scafisti che li portano", spiega infatti Nordio. "I poveri tra i poveri, vecchi, malati, moribondi, rimangono lì", aggiunge.

La situazione per il guardasigilli è molto chiara. I migranti che arrivano in Italia sono coloro che in qualche modo riescono a pagarsi il viaggio-tratta in mare. Si parla di cifre che vanno dai 2 ai 5mila euro. Non proprio spiccioli. Questo denaro finisce nelle tasche degli scafisti, che si attivano per programmare la traversata del Mediterraneo.

E l'Italia? L'Italia non si è mai sottratta al proprio dovere, per quanto l'universo della sinistra intenda affermare il contrario. "Noi li prendiamo non perché siamo buoni, ma perché siamo rassegnati", sottolinea Nordio.

Andando avanti nella sua analisi, l'ex magistrato italiano passa poi a spiegare il trattato di Dublino, documento internazionale multilaterale in tema di diritto di asilo firmato nel '90. L'accordo è molto chiaro. "La gestione deve essere fatta dallo Stato di primo accesso. E se una nave straniera in acque internazionali accoglie dei migranti, lo Stato di primo accesso è quello di bandiera di quella nave", dice Nordio. "La vera soluzione, secondo me, sta nell'accordarci con gli amici della Ue, che proprio secondo il trattato di Dublino chi viene soccorso in acque internazionali approda nello stato di bandiera della nave, e deve essere gestito da quello Stato. Curato dal porto più vicino, se necessario, ma poi portato nel territorio nello Stato di primo approdo", aggiunge.

Quanto al comandante della Humanity 1 Joachim Ebeling, che ha deciso di ignorare deliberatamente le leggi italiane rifiutandosi di ripartire, Carlo Nordio precisa che si tratta a tutti gli effetti di un pubblico ufficiale. "Chi accoglie il migrante lo fa nel suo Stato, che è quello della bandiera della nave.

Non c'è altra soluzione dal punto di vista giuridico", conclude.

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