I giornali hanno tutti titolato più o meno così: «Uno spray renderà i papà più affettuosi». E già a questo punto sarebbe meglio tirar fuori uno spray deodorante, perché la «notizia» puzza un po' di bufala. Il merito del presunto miracolo buonista sarebbe dell'ossitocina (romanticamente ribattezzata «molecole dell'amore»). Grazie alla sua inalazione - tramite « pratico inalatore nasale» - i ricercatori dell'università israeliana di Bar-Ilan avrebbero verificato in 35 padri-cavia «l'aumento dell'atteggiamento empatico nei riguardi dei figli piccoli». E nei riguardi dei figli grandi? No, per loro solo sberle... Ma qui c'è poco da fare gli scettico-spiritosi: i risultati della sperimentazione su questa specie di vaporizzatore di coccole sono apparsi infatti su Biological psichiatry, rivista scientifica con alle spalle la pubblicazione di fior di ricerche. Ci sono studiosi che - senza remore - parlano espressamente di «chimica della moralità»; è il caso del «neuroeconomista» americano Paul Zak, recentemente citato da Panorama: «Abbiamo messo 200 volontari sotto ossitocina e abbiamo scoperto che l'infusione dell'ormone raddoppia la generosità nelle donazioni di beneficienza...». Altro che spending review o Agenda Monti: gli italiani avrebbero bisogno soprattutto di spray all'ossiticina. Molecole - quest'ultima - che deve risultare davvero magica, considerato che se già nel 2007 Il Venerdì di Repubblica dedicava alle virtù dell'ossiticina un servizio dal titolo: «Ora la timidezza è un problema che si vince con lo spray da naso». Non solo bontà quindi, ma anche intraprendenza in formato aerosol. E che dire dei flaconi spray (in alternativa ci sarebbero pure le pillole) che promettono di risolvere il delicato problema della calvizie e di quello, ancor più delicato, della disfunzione erettile? Ma il mondo (spray) è bello perché è vario: richiestissimo per lei (in farmacia e nei pornoshop) anche lo spray che «potenzia l'orgasmo femminile», lo spray che «cancella i brutti ricordi» e quello che «mette allegria». Povera la società dove per ridere, fare sesso, amare i figli è necessario darsi una bella spruzzata, come si fa per l'alito pesante o per le ascelle puzzolenti. Altro che «chimica della moralità», qui urge riscoprire i sentimenti umani nell'accezione più tradizionale possibile. Insomma, diamo allo spray quello che è dello spray, ma non chiediamogli l'impossibile. Già è tanto che nelle televendite i videoimbonitori cerchino di convincerci dell'efficacia dello «spray dimagrante», di quello che «fa ricrescere i capelli» e dell'altro che «non fa più ricrescere i peli». In estate è poi un autentico delirio: spray per mantenere l'abbronzatura 365 giorni all'anno; spray per proteggersi dal sole; spray per pelli secche, grasse e così così; spray rassodanti, rimodellanti, rigeneranti.
Ma lo spray ha fatto il suo ingresso trionfante anche in cucina: olio spray e aceto spray per un'insalata da vero chef. O coiffeur?
Usi stravaganti e alternativi che il professor Erik Rotheim mai avrebbe immaginato.
Nel 1949 Edward Seymour introdusse per la prima volta nelle bombolette spray della vernice. I graffittari di tutto il mondo gliene sono eternamente grati.
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