Sette colpi di pistola, boss ucciso tra i bagnanti

Sette colpi di pistola, boss ucciso tra i bagnanti

Omicidio di criminalità organizzata giovedì pomeriggio sulla spiaggia di Terracina, in provincia di Latina. Gaetano Marino, 48 anni, di origine campana, considerato il boss degli scissionisti della camorra e soprannominato «moncherino» per la mancanza di un arto, è stato assassinato a colpi di pistola fra i bagnanti da uno, forse due killer che poco prima gli avevano chiesto di avvicinarsi. La vittima era in vacanza con la famiglia a Terracina. Quando i sicari lo hanno chiamato al telefono, attorno alle 16.30 di giovedì, si trovava allo stabilimento «La Sirenella», sul lungomare Circe, in pieno centro. Salito, ad attenderlo ha trovato i sicari. Secondo i primi accertamenti Marino sarebbe stato colpito da sette proiettili, ma a terra gli investigatori della Squadra mobile di Latina avrebbero trovato 15 bossoli.
Lo scorso febbraio il boss degli scissionisti era stato al centro di una polemica sollevata da Roberto Saviano, dopo che aveva partecipato come ospite a una trasmissione Rai in cui cantava la figlia. E proprio Saviano ha scritto a proposito di Marino: «Gaetano è fratello di Gennaro Marino, promotore militare della faida (con i Di Lauro, ndr) sono detti i «McKay» perché il padre Crescenzo (ucciso dai Di Lauro come vendetta) somigliava a un vecchio personaggio di una serie televisiva western. Gaetano Marino non può mangiare da solo, non può cucinare, non può aprire le porte, non può nemmeno bere da solo. Perse entrambe le mani per lo scoppio di un ordigno. Guerra di camorra con i Ruocco negli anni '90 voleva fargli saltare la villa e una bomba gli esplose in mano. Questa è una delle versioni.

Altri dicono che perse le mani perché stava lanciando una bomba a mano esplosa prima del tempo. Gaetano Marino è stato per la camorra una sorta di ambasciatore dei sodalizi di Secondigliano con la mafia albanese, come dimostrato dall'inchiesta del Gico di Bari dell'ottobre 2010».

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