"Stop alle armi a Israele": così i grillini gettano la maschera sulla guerra

I 5s presentano una risoluzione per impegnare il governo a richiedere un "immediato e duraturo cessate il fuoco". Ma Meloni alla Camera spiega come l'esecutivo sia già al lavoro su questo fronte

"Stop alle armi a Israele": così i grillini gettano la maschera sulla guerra
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La richiesta pentastellata all'impegno per un "immediato e duraturo cessate il fuoco" doveva probabilmente essere da pungolo al governo. Ma dal premier Meloni, sull'argomento, è arrivata una presa di posizione chiarissima: avanti con ogni sforzo "per una nuova tregua" ma anche sostegno al diritto di diritto di Israele a difendersi nel rispetto del diritto umanitario e internazionale. In occasione delle odierne comunicazioni del presidente del consiglio alla Camera, il Movimento Cinque Stelle ha depositato una risoluzione sul conflitto in Medio Oriente per chiedere all'esecutivo un impegno per lo stop alle armi.

I pentastellati hanno anche chiesto al governo di "intraprendere ogni utile iniziativa di carattere internazionale ed europea volta a promuovere, con urgenza, una conferenza di pace" e di "farsi promotore, a livello europeo, della sospensione della vendita, della cessione e del trasferimento di armamenti allo Stato di Israele". Così, il Movimento ha ribadito la propria linea pacifista già in passato caratterizzata da accorati appelli alla pace ma anche da una mancanza di pragmatismo rispetto alle soluzioni da mettere in campo. Nella risoluzione odierna, il partito guidato da Conte ha anche chiesto - in riferimento alla guerra in Ucraina - una "concreta svolta per profondere il massimo ed efficace sforzo sul piano diplomatico".

Intervenendo alla Camera, Meloni ha però affrontato tutti quei temi dando conto di un concreto impegno del governo proprio nel raggiungimento di una situazione di tregua. "L'Italia ribadisce la ferma condanna per gli attacchi terroristici di Hamas e il diritto di Israele a difendersi in linea con il diritto umanitario e internazionale", ha spiegato Meloni, rimarcando il proprio sostegno a ogni sforzo "per una nuova tregua" da parte degli attori internazionali. "È fondamentale inviare messaggi distensivi e spingere per un approccio responsabili che non alimenti il conflitto in una regione strategica per l'Italia e l'Ue", ha osservato in riferimento al Medio Oriente. "Avevamo accolto con grande sollievo il temporaneo cessate il fuoco che ha consentito il rilascio di 105 civili", ha aggiunto Meloni, con l'auspicio che si arrivi presto a una nuova situazione di stop alle armi.

Poi anche il riferimento alla mai dimenticata Ucraina. "Il governo sostiene con convinzione la raccomandazione della Commissione Europea di aprire i negoziati per l'adesione con Ucraina e Moldova, due Nazioni europee pesantemente colpite dall'ingiustificabile guerra scatenata dalla Russia e da minacce di lunga data alla propria integrità territoriale", ha affermato la presidente del Consiglio. "Per entrambi i Paesi - ha precisato Meloni - rimangono alcune misure da attuare prima dell'effettiva apertura dei negoziati su cui la Commissione riferirà in merito entro il prossimo marzo.

Condividiamo, allo stesso modo, la raccomandazione della Commissione di concedere lo status di candidato alla Georgia. Anche in questo caso la Commissione Europea ha indicato le rimanenti misure da adottare e sono convinta che da parte georgiana si proseguirà sul cammino delle riforme con lo stesso impegno sinora dimostrato".

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