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"Si dice persone trans". Zan fa lezione Lgbt al Tg1

Il deputato dem accusa il Tg1 di aver adottato il "lessico ideologico e discriminatorio usato dalla destra" per parlare di gay e trans. E scatta la lezione di linguaggio "inclusivo". Sui social piovono critiche

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Ormai bisogna stare attenti a parlare. La lingua italiana non basta più; i progressisti infatti pretendono che si utilizzi un particolare lessico a loro gradito, in quanto ritenuto più inclusivo e politicamente corretto. Ed è così che il Tg1 si è beccato le rimostranze del deputato Pd Alessandro Zan, arrabbiatissimo col notiziario perché - a suo dire - avrebbe adottato "il lessico ideologico e discriminatorio usato dalla destra". Al di là della curiosa connotazione politica il "fattaccio" contestato è avvenuto durante il telegiornale delle 20 di ieri, 8 novembre.

Il telegiornale della prima rete Rai, in quell'edizione, aveva raccontato l'apertura del Vaticano su gay e trans con termini che non sono piaciuti a Zan. "Sì al battesimo per transessuali e bimbi nati con l'utero in affitto", aveva scandito la giornalista alla conduzione del tg, sintetizzando così i contenuti del documento firmato da Papa Francesco. In apparenza, nulla di particolarmente strano. Eppure il parlamentare Pd sui social ha lamentato: "Tg1 delle 20. Il servizio pubblico deve usare un lessico scientifico: sono 'persone trans' non 'i transessuali', termine disumanizzante; è 'gestazione per altri' non 'utero in affitto'. È inaccettabile nei Tg il lessico ideologico e discriminatorio usato dalla destra".

Poi, a margine di quella intemerata sul lessico, Zan ha anche aggiunto un emblematio hashtag: #telemeloni, a indicare la presunta egemonia del premier nell'azienda di Viale Mazzini. Sui social, dove è stato lanciato, quell'appunto ha fatto chiaramente discutere e in particolare ha suscitato reazioni di dissenso la richiesta di non utilizzare l'espressione "utero in affitto". "Al Tg1 non hanno commesso nessun errore, non siete voi a decidere come si debba parlare. Il Ministero della Verità Arcobaleno non è stato ancora istituito", ha replicato ad esempio un utente, Francesco. E un altro ha contestato Zan così: "Lei pretenderebbe che tutti comunicassimo come macchine e possibilmente precisamente come piace a lei".

Non è la prima volta che da sinistra arrivano indicazioni sul linguaggio ritenuto più adatto.

A Bologna, la giunta a guida Pd ha ad esempio promosso un formulario per suggerire - tra declinazioni, asterischi e schwa - il corretto lessico "inclusivo" che i dipendenti pubblici dovrebbero utilizzare.

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