COME SI FA IL TEST Esame del sangue o della saliva, così si scopre chi è il padre

Nulla di eccessivamente complicato, invasivo o pericoloso, neanche per una neonata come la piccola Pia, la bimba che Raffaella Fico ha dato alla luce appena 23 giorni fa. Per effettuare il test di paternità attraverso il Dna servono tre campioni di cellule: del figlio, della madre e del presunto padre. Non sono necessarie procedure complicate, basta un semplice prelievo del sangue o, ancora più veloce, della saliva, da ciascuno dei tre. I campioni così estratti vengono poi confrontati: siccome ognuno di noi eredita metà del proprio profilo genetico dal padre e l'altra metà dalla madre, per confermare la paternità il presunto padre deve possedere metà del patrimonio genetico che si «legge» nel figlio. Il test può avvenire anche prima del parto, ricavando il campione di cellule del nascituro dal liquido amniotico. Il prelievo dei campioni si può fare anche a casa propria, utilizzando appositi kit acquistabili online.

I campioni, in questo caso, vanno spediti al laboratorio indicato dal sito: l'esito del test arriverà per posta ma avrà solo valore informativo e non legale. Perché il risultato possa essere usato in tribunale, ha chiarito la Corte di Cassazione (sentenza 266 del 2006), non basta il test «fai da te» ma si richiede che il prelievo dei campioni sia effettuato da un medico.

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