Cronache

La sindrome del veterano azzanna anche i cani soldato

Diventano nervosi e aggressivi oppure cadono in depressione. I farmaci ansiolitici non bastano: per evitare la messa a riposo occorre recuperarli in ambienti rilassanti

La sindrome del veterano azzanna anche i cani soldato

Inizia con un quiz il pregevole articolo del Los Angeles Times sullo stress postbellico sofferto dai "cani della guerra". "Rimarreste sorpresi nell'apprendere che i cani impiegati sui fronti bellici soffrono di stress post traumatico, come i militari?" Quasi il 90% del campione risponde che no, non sarebbe per niente sorpreso.

Dice il sergente Garry Laub a propositi di Cora, un Malinois che lui stesso ha addestrato. "Era un cane straordinario, capace di segnalare bombe sottoterra acquattandosi con delicatezza vicino al punto preciso dove scavare. Percentuale di errori? Quasi zero". E sapete cosa pretendeva, dopo una giornata di lavoro in cerca di bombe? Un biscotto, una carezza, talvolta un giocattolo da masticare. "Per lei era tutto un gioco" afferma il sottufficiale, "ma sapeva cosa doveva fare e giocava duro fino all'ultima bomba".

Poi, dopo diversi mesi in Irak e dozzine di missioni, improvvisamente il cambiamento. Cora non è più la stessa. Diventa riluttante a lasciare la sua stanza, un rumore secco la fa scattare e comincia a conoscere la paura. In più, ora ringhia e attacca briga con gli altri cani nel quartier generale, il suo sergente è il primo ad avvertirne i segni. "Post Traumatic stress disorder" (Ptds) è la diagnosi e costituisce il culmine di un processo determinato non da un singolo evento ma da una sequela di episodi che minano i nervi del cane esattamente come quelli dell'uomo. Non c'è nulla da fare, sul campo di combattimento per questi soggetti. L'equilibrio si è spezzato ed è il momento di essere rimpatriati, prima di commettere errori che potrebbero costare numerose vite umane, oltre alla loro.

Una volta a casa, questi cani, proprio come accade per gli uomini, necessitano di cure specifiche. Veterinari comportamentalisti ed esperti addestratori di cani si occupano dei soggetti come Cora, non lesinando inizialmente trattamenti con farmaci ansiolitici (Xanax) e sedute di terapia cognitivo comportamentale. Se sono stati rimpatriati al momento giusto e non troppo tardi, come Cora, spesso è sufficiente trattarli come veri e propri onorati veterani di guerra e lasciarli vivere in ambienti privi di agenti stressanti, così rifioriscono in poche settimane.

Walter Burghardt Jr., esperto di comportamento animale e ufficiale nella base aerea di Lackland (Texas) sostiene che il 10% dei cani che ha protetto le truppe americane in Irak e Afghanistan soffre di Ptds grave. "Arrivano a casa distrutti e non possono più lavorare". Il 50% si rimette ma deve essere assegnato a posti di lavoro meno stressanti, mentre gli altri vengono ritirati da qualunque compito militare e sono posti in adozione, come cani d'affezione.

Dal tragico attacco dell'11 settembre, i militari hanno aumentato il contingente di cani addestrati per operazioni sul fronte bellico e sono attualmente oltre 2500 i Pastori Tedeschi, i Malinois e i Labrador addestrati al riconoscimento delle bombe, specie quelle sotterrate, una delle principali armi degli eserciti afghani e irakeni.

Cora è ora in una base aerea della Georgia, mentre il suo conduttore è stato trasferito nell'Arkansas. Hanno ancora qualcosa in comune: la tristezza per essersi dovuti lasciare.

Almeno per ora.

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