Sinistra divisa in piazza. A Roma si bruciano bandiere di Ue, Nato e Israele

Secondo gli organizzatori erano 5mila le persone alla partenza del corteo da Porta San Paolo in direzione dei Fori Imperiali

Sinistra divisa in piazza. A Roma si bruciano bandiere di Ue, Nato e Israele
00:00 00:00

"No al riarmo, no alla guerra, no al genocidio e no all'autoritarismo". Sono le quattro parole d'ordine della manifestazione organizzata a Roma anche questo sabato, alla quale prendono parte, tra gli altri, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Manca Elly Schlein, che ha preferito andare in Olanda. Il percorso del corteo, partito poco dopo le 14.30, si snoderà fino ai Fori Imperiali partendo da Porta San Paolo. Alla partenza secondo gli organizzatori c'erano 5mila persone e in testa è stato posto lo striscione "Fermiamo la guerra, costruiamo la pace".

Tra le bandiere più numerose ci sono quelle della Palestina, della Pace e di Rifondazione comunista. "Stop alla guerra genocida in Palestina", "Al fianco dei popoli contro Netanyahu e Trump", "La pace dipende anche da te", si legge nei carelli presenti nel corteo. Yousef Salman, portavoce delle comunità palestinesi di Roma e del Lazio, da uno dei carri ha ringraziato "tutti voi che siete scesi in piazza per dire no agli sterminio, chiedere un mondo più giusto. Questo cane da guardia (Netanyahu, ndr) ha aggredito il anche il Libano, mentre in Palestina esiste il genocidio, esiste lo sterminio". Nel corteo è stato anche esposto il cartello "Fermare Israele, fermare la terza guerra mondiale", che è stato posto in testa al serpentone diretto verso i Fori Imperiali. Al microfono, un attivista denuncia: "La priorità è fermare il genocidio a Gaza, la guerra in Ucraina, l’attacco terrorista di Israele all’Iran".

Quasi in contemporanea è partito il corteo promosso da Potere al Popolo, Usb, Cambiare Rotta e il movimento degli studenti palestinesi sullo stesso tema. "Come Movimento Studenti Palestinesi in Italia e Associazione dei palestinesi in Italia, siamo nella piazza che non si gira dall'altra parte, che chiama Israele per quello che è: uno Stato coloniale, genocida e terrorista", hanno dichiarato i palestinesi in testa al corteo. Sono stati esposti manifesti e scanditi cori contro il governo e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e contro Israele. Ma anche contro la manifestazione della piattaforma Stop Rearm Europe. "A fuoco i simboli dell'oppressione", hanno gridato i manifestanti mentre bruciavano alcune bandiere di Israele, della Nato e dell'Unione Europea.

Nella piazza romana è presente anche Ilaria Salis, secondo la quale il riarmo "voluto dal governo Meloni, i post fascisti al governo, vi rende tutti più insicuri e ci trascina nostro malgrado nel baratro del conflitto". Fabrizio De Santis dell'Anpi ha sostenuto che "Sono oltre 18 mesi che il governo italiano non dice una parola ma continua ad armare Israele.

Ma c'è voluto solo un giorno a dire che Israele ha diritto a difendersi. Ma noi diciamo una cosa chiara, che è il diritto internazionale: l'aggredito è l'Iran, l'aggressore è Israele. Questo governo si deve dimettere".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica