Diventano più violenti i tentativi degli immigrati di entrare nell'Unione europea attraverso le enclavi spagnole in Marocco di Melilla e Ceuta. Nelle ultime 24 ore in 800 hanno tentato l'ingresso. Pesante il bilancio: 18 feriti al termine degli scontri con la polizia e centinaia gli arrestati. In 140, però, sono riusciti a entrare in territorio spagnolo. Fino a qualche anno fa davanti alla Guardia civil i clandestini tornavano indietro, in attesa di momenti migliori per superare le reti altissime poste a protezione delle due cittadine, ma ora si sono fatti più audaci e arrivano a fronteggiare le forze dell'ordine.
Il cambio di metodo viene evidenziato dalle autorità spagnole dopo i tentativi nelle ultime 24 ore, simili a quelli di marzo, quando 1.300 immigrati tentarono di entrare a Ceuta e furono respinti con proiettili di gomma. Ora l'assalto viene fatto da gruppi massicci, che non desistono e operano in più punti, consentendo ai più fortunati di superare il confine.
Risultati che, comunque, portano sempre ad arresti per immigrazione clandestina, anche se accompagnati da cori che gridano «freedom» (libertà). Molti immigrati, infatti, provengono da Paesi dilaniati dalla guerra civile. Così è successo la notte scorsa e per tutta la giornata del primo maggio, quando in 800 hanno tentato tre l'accesso in diversi punti della tripla recinzione di Melilla. Vi sono stati feriti (12 agenti della Guardia civil e sei immigrati) e alcune centinaia di arresti, ma in 140 sono riusciti ad entrare in territorio spagnolo.
Fonti delle Intelligence di Spagna, Marocco e Mauritania hanno riferito al ministro dell'Interno, Jorge Fernandez Daz, che vi sarebbero 80mila immigrati che dal Marocco e dalla Mauritania sono pronti a entrare in Europa attraverso i soliti due punti e che questo «esercito» sarebbe «manovrato» da organizzazioni criminali.
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