Altro che champagne. Le bollicine italiane sfidano il mondo e riscuotono successi, liberandosi dal paragone ricorrente con il cugino francese, famoso e ingombrante, che spesso mette in ombra le eccellenze enologiche del Bel Paese.
L'ultima prova della forza del made in Italy è andata in scena durante «Opera Wine», manifestazione-anteprima del Vinitaly, in cui la rivista americana «Wine Spectator» ha incluso tra le migliori 100 cantine italiane Villa Sandi. L'azienda dell'area Docg Prosecco di Valdobbiadene, durante l'evento ha presentato il suo prosecco superiore di Cartizze «Vigna la Rivetta», tre Bicchieri del Gambero rosso.
Durante il Vinitaly, Villa Sandi ha accolto molti operatori stranieri, in particolare provenienti dalla Cina, Paese che ha visto crescere il consumo del vino del 6% solo nel 2012, e che rappresenta anche per l'azienda trevigiana un mercato in forte crescita. Del resto, che sia proprio una cantina veneta a prestare tanta attenzione all'estero non stupisce: i dati elaborati dalla Regione, sulla base di un'indagine Istat, presentati all'apertura di Vinitaly, dicono che nel 2012 la supremazia del vino veneto, come ambasciatore dell'Italia nel mondo, si è rafforzata: il valore totale dell'export italiano è passato a 4 miliardi 691 milioni, e la sola Regione ha contribuito per più di un terzo a questo exploit, passando da 1 miliardo 332 milioni a 1 miliardo 443 milioni.
Un successo consacrato anche da riconoscimenti all'estero, con le riviste più influenti del settore che prestano un'attenzione sempre maggiore ai prodotti veneti e al mondo prosecco.
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