Stop al riconteggio, Cota resta in sella

RomaUn grido nell’aula di Montecitorio ha creato il subbuglio tra gli scranni leghisti: «Cota ha vinto!». Non ci sarà riconteggio dei voti in Piemonte. Il governatore della Lega Roberto Cota rimane a presiedere la Regione e le istanze della sua ex sfidante Mercedes Bresso sono giudicate «infondate». Una disfatta per le ambizioni del centrosinistra di riacciuffare la presidenza piemontese, persa per 9mila voti, e messa in discussione con gli appelli al Tar. La V sezione del Tribunale di Stato riunita ieri in camera di consiglio a Roma ha accolto il ricorso di Cota, che si opponeva alla conta di circa 15mila schede, come richiesto e ottenuto dalla Bresso tre mesi fa. I giudici hanno scritto come sia «emersa la fondatezza dell’appello» di Cota e «l’infondatezza degli appelli incidentali proposti da Mercedes Bresso e dagli altri liti consorti». E dunque il tribunale «ha sospeso integralmente l’efficacia della sentenza impugnata». La decisione a cui si riferisce è quella del Tar del Piemonte del luglio scorso, in cui si dava ragione a Mercedes Bresso. Decisione completamente ribaltata.
«Chiamo subito Bossi!», ha esclamato l’ex capogruppo leghista al telefono con il suo avvocato. E alla Camera sono stati necessari parecchi minuti prima che l’entusiasmo padano si placasse, con molti applausi dal Pdl.
Con l’ordinanza di ieri sera, il massimo tribunale amministrativo pone per il momento la parola fine sulle contese che riguardano le elezioni regionali dello scorso marzo. Il Piemonte rimane a Cota, il riconteggio delle schede già avviato e concluso in molte provincie, è sospeso. Non tutto è chiuso: «Non è finita, ma il primo round è per noi», spiegava in Transatlantico il deputato piemontese del Pdl, Osvaldo Napoli. L’ordinanza dei giudici di palazzo Spada ha infatti carattere sospensivo, mentre restano ancora da discutere nel merito i ricorsi. La decisione del consiglio di Stato può a questo punto essere impugnata dal Pd solo in Cassazione. «Ero sicuro delle mie ragioni - il primo commento di Cota - e dunque non avevo dubbi su questo risultato. Adesso lasciamoci alle spalle questa brutta pagina e rimbocchiamoci ancora di più le maniche per rilanciare il Piemonte». Soddisfatti i legali del governatore: «È una straordinaria vittoria - dice l’avvocato Luca Procacci - il Consiglio di Stato ha sospeso integralmente l’efficacia della sentenza. Noi pensavamo di essere nel giusto, adesso la soddisfazione è enorme».
La batosta è tutta nelle parole dell’ex governatrice Bresso: «Resta una grande amarezza. Attendiamo di capire la sentenza. Se la decisione del Consiglio di Stato vuol dire che entrambe le liste sono valide, rimango stupefatta».
I voti da ricontare erano quelli assegnati alle liste «Al centro con Scanderebech» e «Consumatori». Secondo i legali del Pd almeno 12mila voti sarebbero stati assegnati alle liste ma senza croce sul presidente.
A Cota, decine di telefonate dai colleghi della Lega ma anche da molti del Pdl. La sospensione «ci riempie di gioia», esulta il sottosegretario alla presidenza del consiglio e portavoce di Berlusconi, Paolo Bonaiuti. Raramente al Pd tocca commentare una sentenza con dispiacere.

Tra le parole si intuisce un certo disagio: «Il Pd del Piemonte ha sempre dichiarato il pieno rispetto nei confronti dell’operato e delle decisioni della magistratura - premette cautamente il segretario regionale Gianfranco Morgando - pertanto, con lo stesso rispetto prendiamo atto della pronuncia del Consiglio di Stato». Per Mercedes Bresso, polemizza il capogruppo leghista al Senato Federico Bricolo, «rimane solo una gran brutta figura».

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