La strage di Brescia non finisce più La Cassazione: processo da rifare

È stata accolta con le lacrime da parte dei superstiti e dei parenti delle vittime la sentenza della Quinta sezione penale della Cassazione che ha stabilito che dovrà essere celebrato un nuovo processo per la strage di piazza della Loggia del 1974. «Meglio di così non poteva andare», ha detto commosso Redento Peroni, uno dei 103 feriti dalla bomba piazzata sotto il colonnato. «L'esito della sentenza della Cassazione premia l'impegno ininterrotto della Procura di Brescia che, invece, a Milano, con Piazza Fontana, è mancato».
Il gip di Cremona Guido Salvini, che, da giudice istruttore a Milano si occupò dell'inchiesta sulle 'trame nerè, che sfociò nel procedimento sull'eccidio del 12 dicembre del '69 nel capoluogo lombardo, commenta con una dichiarazione la sentenza della Suprema corte che ha deciso un nuovo processo per l'ex capo di Ordine nuovo nel Triveneto, Carlo Maria Maggi e dell'ex estremista di destra, Maurizio Tramonte, per la strage di Piazza della Loggia, a Brescia, del 28 maggio '74.
Salvini aveva strettamente collaborato contro gli inquirenti bresciani, mentre, da tempo, ha una posizione critica con gli inquirenti milanesi che si occuparono delle indagini su Piazza Fontana.
«Dalla sentenza della Cassazione abbiamo la conferma della responsabilità della destra e dei depistaggi».


Lo ha detto il presidente dell'associazione per i caduti delle vittime per la strage di Piazza della Loggia commentando il verdetto di ieri. «Va rivalutata - ha aggiunto - la posizione di Carlo Maria Maggi in quanto responsabile di Ordine Nuovo, così come quello di Tramonte come soggetto interno alla destra».

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