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Nuova stretta al Superbonus: ecco cosa cambia con la decisione del governo

Il costo per lo Stato è arrivato a 114 miliardi di euro: il provvedimento è stato presentato dal ministro Giorgetti in Consiglio dei ministri e approvato dall'esecutivo

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Nuove limitazioni al Superbonus: la mossa a sorpresa è arrivata con un provvedimento sul credito edilizio che un tempo era al 110% - poi tagliato nel corso degli anni - che non era all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi pomeriggio e che è stato presentato dal ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti. Una norma che introduce nuovi paletti all'incentivazione. Lo scopo: tenere sotto controllo i costi. Secondo l'ultima rilevazione dell'Enea, infatti, i conti sono ancora saliti, toccando a fine febbraio quota 114 miliardi di euro per lo Stato a causa degli interventi incentivati per l'efficienza e il sisma. Un incremento di ben 7 miliardi rispetto al mese precedente, dovuto alla continua crescita del numero degli edifici condominiali coinvolti, con circa 8.000 fabbricati in più rispetto a gennaio. Dati con buona probabilità spinti proprio dalla corsa di fine anno per evitare il ribasso dal 110 al 70% di sconto fiscale, scattato con l'inizio del 2023.

Giorgetti: "Cancellata ogni cessione del credito ancora prevista"

"Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge in materia di Superbonus che elimina ogni tipo di sconto in fattura e cessione del credito per tutte le tipologie che ancora lo prevedevano", ha dichiarato il ministro Giancarlo Giorgetti nel corso di una conferenza stampa al termine della riunione del governo Meloni. Nel decreto approvato dall'esecutivo ci vi sono "misure tese a chiudere definitivamente la eccessiva generosità di una misura che ha causato gravi problemi alla finanza pubblica", aggiunge. Gli effetti saranno "contabilizzati tra pochi giorni quando si chiuderà la finestra per caricare le fatture sui lavori eseguiti entro il 31 dicembre 2023". L'obiettivo di questo dl "è mettere un punto finale rispetto all'impatto" sull'anno solare scorso.

Giorgetti annuncia inoltre di avere cancellato la disposizione dell'istituto della remissione in bonus che avrebbe consentito fino al 15 ottobre 2024 le correzioni con il pagamento di una minima sanzione di tutte le comunicazioni già intervenute. Previste per tutte le nuove fattispecie "una comunicazione preventiva nel momento in cui si inizia il lavoro o meglio la progettazione, in modo di avere un monitoraggio preventivo del fenomeno e non al momento in cui le fatture vengono caricate sulla piattaforma dell'Agenzia delle Entrate". Si è poi deciso di estendere a questa fattispecie "la compensazione rispetto ai debiti di coloro che intendono usufruire del credito di imposta rispetto ai debiti effettivamente accertati nei confronti dell'erario: se uno ha un ruolo accertato, prima si compensa su quello". Infine, c'è anche la limitazione della cessione del credito d'imposta Ace, "perché su questa agevolazione (che peraltro è stata eliminata dalla riforma fiscale recentemente, ndr) abbiamo cominciato a notare un utilizzo fraudolento della medesima".

Le prossime mosse del governo con il Superbonus

I dati Enea fanno riferimento al numero delle asseverazioni presentate per lavori conclusi e per depositare questi atti ci sono 90 giorni dalla chiusura del cantiere. Anche per questo risulterebbe in aumento di oltre due punti la media dell'ammontare dei lavori realizzati, che adesso si trova a quota 93,2%. Stanno invece per partire invece accertamenti e ispezioni sugli interventi finanziati con le risorse del Pnrr, in quattro regioni italiane. I controlli scatteranno ad aprile su 60mila cantieri, che corrispondono a circa 200mila appartamenti. Occhi puntati poi sul Documento di economia e finanza (Def) che il governo dovrebbe approvare attorno al 10 aprile. I conti sembrerebbero essere sotto controllo ma il Superbonus rischia di impattare più del previsto sul deficit 2023, oltrepassando la soglia del 7,2% prevista l'ultima volta dall'Istat. In attesa delle valutazioni definitive di Eurostat, "le sorprese purtroppo su questa vicenda non sono mancate, sempre in negativo - sottolinea Giorgetti -. Già il conto è salatissimo, anche se qualcuno in qualche modo è entusiasta.

Il prezzo per la finanza pubblica, in particolare l'onere del debito, graverà per diversi anni a venire".

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