Il dissesto idrogeologico ha cifre allarmanti: a rischio l'82 per cento dei comuni, cioè oltre 5 milioni e 700mila cittadini, 6.400 scuole e 550 ospedali. In 100 anni ci sono stati 12.600 tra morti, dispersi o feriti e più di 700mila sfollati: 293 decessi tra 2002 e 2014, 24 solo l'anno scorso. E i costi dei danni per terremoti , frane e alluvioni sono stati nel dopoguerra di 242,5 miliardi di euro, 3 e mezzo l'anno. Presentando a Roma il rapporto Ance-Cresme e l' inchiesta multimediale sul dissesto idrogeologico, l'associazione dei costruttori, insieme agli ordini di architetti e geologi e a Legambiente, lancia un appello al capo del governo e al presidente della Repubblica.«La manutenzione - dice il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti- è la più importante infrastruttura. I soldi ci sono, vanno spesi subito, altrimenti l'Italia crolla. Si trovi presto una soluzione al dramma nazionale del dissesto del territorio. Non ci sono più alibi e non c'è più tempo da perdere, in un Paese civile la sicurezza dei cittadini dev' essere la priorità ». C'è anche il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, all'incontro nel Tempio di Adriano. «Nel patto di governo - assicura- che si sta ridefinendo il premier Letta mi ha chiesto di indicare il mio problema numero uno e per me è stato facile rispondere: il dissesto idrogeologico». Poi il membro del governo spiega che per la messa in sicurezza del territorio «le risorse sono poche ma c'è anche una lentezza nell'utilizzo del miliardo e mezzo di euro messo a disposizione, in parte dovuta al patto di stabilità e in parte a una sovrapposizione di competenze». Orlando dice che si sta lavorando sul collegato ambientale «per una profonda semplificazione della filiera istituzionale». Entro marzo, garantisce il ministro, dovrebbe essere pronta una «banca progetti nazionale», per contrastare immediatamente gli effetti del dissesto e mettere in sicurezza il territorio. Buzzetti sottolinea l'urgenza di un intervento complessivo. «È assurdo - dice- che con 1,6 miliardi di fondi stanziati da più di 4 anni non sia possibile stilare un elenco di opere necessarie e avviare procedure di gara trasparenti. Si potrebbe fare in due settimane». Per il numero uno dell'Ance a chiedere un grande piano di interventi ordinari di manutenzione è tutta la società civile: imprese, professionisti, ambientalisti, i cui rappresentanti partecipano all'incontro romano «per dare un messaggio chiaro di unità d'intenti». Buzzetti siede infatti accanto a Leopoldo Freyrie (Ordine architetti), Gian Vito Graziano (Ordine geologi) e Vittorio Cogliati Dezza (Legambiente). Insieme sostengono la necessità di « una regia nazionale», per un piano d'azione « provvisto di risorse certe e immediatamente utilizzabili, anche sforando il patto di stabilità e utilizzando la nuova programmazione dei fondi europei».
Il progetto deve consentire, inoltre, di aprire i cantieri di manutenzione in tempi brevi e con regole trasparenti. «È un banco di prova per il nostro Paese» concludono i presidenti di costruttori, architetti, geologi e ambientalisti.
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