Sul Quirinale guerra fratricida: l'avvoltoio Prodi si alza in volo

L'agonia del Pd sta trascinando giù tutto. Nessun vincitore alle elezioni, niente governo, niente interventi contro la crisi, niente presidente della Repubblica. Niente di niente. Bersani e i suoi volevano eleggere Franco Marini presidente della Repubblica, Berlusconi e Monti avevano dato il via libera ritenendo quella soluzione il minore dei mali. Come è andata lo sapete. Al momento del voto più di mezzo partito si è rivoltato contro il segretario e addio Marini. Si riparte oggi nel caos. Ancora una votazione a maggioranza di due terzi poi via con quelle a maggioranza semplice. La prima è data per persa, sulla seconda (e sulle eventuali successive) bisogna aspettare l'esito della guerra fratricida. Nomi? I soliti: D'Alema, Amato, Prodi ai quali di ora in ora se ne aggiungono altri perché ormai tutto vale (Boldrini, Chiamparino, Rodotà eccetera).
Bersani, di fatto, è bello che fritto. E gli altri? Il Pdl non può che assistere sbigottito. Grillo è passato alle lusinghe ricattatorie: caro Pd, vota il nostro Rodotà (il più comunista di tutti) e ti assicuriamo l'appoggio per governare. Renzi sente l'odore del sangue del Bersani ferito e si getta sulla preda: o lo scalza adesso, o mai più. Ci sono poi aspetti comici e paradossali: Bersani, che odia Berlusconi, rischia la vita per aver tentato un accordo col Cavaliere; Renzi, accusato dai suoi di essere filo-Berlusconi, non vota Marini perché sarebbe un presidente di sinistra disposto a dialogare con il Pdl; Grillo, l'anticasta e il nuovo, si aggrappa a Rodotà, un ottantenne che ha attraversato Prima e Seconda Repubblica accumulando vitalizi e pensioni d'oro.
La verità? Ci stanno prendendo per i fondelli, mentono e barano pensando che siamo gente che si beve ogni storia. Quello che sta succedendo, detto in sintesi, è questo. Primo: Renzi, forte di un probabile consenso elettorale, vuole impedire che Berlusconi salvi Bersani con un accordo su Quirinale e governo, liberarsi del segretario e andare a votare prima possibile. Secondo: Grillo, alleato con Vendola, vuole impedire sia l'accordo Berlusconi-Bersani che l'ascesa di Renzi, spostando, con la candidatura di Rodotà, l'asse di comando sull'ala comunista della sinistra.

E su tutto ciò vola sempre più basso l'avvoltoio Prodi che, come ha già fatto (ricordate l'Ulivo?), sta promettendo protezione a tutti. Ovviamente meno che al centrodestra. Un'offerta stuzzicante per l'internazionale dell'antiberlusconismo. Che Dio ce ne scampi.

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