
La svolta sul terzo mandato rimescola le carte delle Regionali. Nei mesi scorsi Fratelli d'Italia, insieme a Pd e Forza Italia, aveva bloccato gli emendamenti della Lega che avrebbero consentito di ricandidarsi a Luca Zaia in Veneto, mentre il governo si era opposto a un terzo mandato per Vincenzo De Luca in Campania, Maurizio Fugatti in Trentino e Massimiliano Fedriga in Friuli Venezia Giulia. Ora l'inattesa apertura di Giovanni Donzelli riapre la questione. «Se fanno un documento in Conferenza delle Regioni l'indicazione avrebbe un peso...», le parole del responsabile organizzazione di FdI.
Ieri, invece, sono arrivate quelle di Matteo Salvini, che ritiene che la modifica si possa fare in tempo per le Regionali d'autunno: «Sì, se facciamo veloci si può fare», precisando però che l'intervento non sarebbe «per Zaia, per Fedriga, per Salvini, se siamo convinti la facciamo, sennò andiamo avanti. Io sono pronto a incontrare gli alleati. Se si permette ai cittadini di scegliere un bravo sindaco, un bravo governatore per tutte le volte necessarie, noi ci siamo». E se Luca Zaia spiega che «non si tratta di una legge ad personam», Vincenzo De Luca parla di «una prova di intelligenza politica della Meloni».
A questo punto si attende
un incontro tra i leader per affrontare e definire la questione. Entro la metà di giugno dovrebbe arrivare, sotto la regia di Massimiliano Fedriga, un pronunciamento unitario o quasi da parte della Conferenza delle Regioni. Se i leader troveranno la quadra - ieri dentro Forza Italia circolava un certo stupore, anche se la comunicazione di un possibile cambio di rotta da parte di Fratelli d'Italia era già arrivata al partito di Piazza San Lorenzo in Lucina - a quel punto si deciderà se inserire la modifica al limite dei due mandati in un provvedimento già incardinato oppure procedere con un decreto legge ad hoc.
È chiaro comunque che la candidatura di Luca Zaia riprende fortemente quota, considerato anche che in Veneto si dovrebbe votare a novembre e i tempi tecnici ci sarebbero. Da quanto circola la svolta di Via della Scrofa avrebbe due ragioni: la prima è che non avrebbe avuto senso avvelenare il clima della seconda metà di legislatura con un conflitto su un argomento così sensibile per la Lega. Inoltre Fratelli d'Italia ha capito che se Zaia avesse fatto la lista con il suo nome, avrebbe drenato molti di quei voti ora orientati a spostarsi verso il partito di Giorgia Meloni. Discorso diverso per la Lombardia dove Fratelli d'Italia potrebbe concentrare le forze per giocarsi la partita nel 2028 e candidarsi
a guidare una grande regione del Nord. Senza sottovalutare il cortocircuito che la candidatura di De Luca in Campania potrebbe far scattare nel Pd.
In ogni caso a questo punto bisogna fare presto, sia per modificare la legge, sia per definire la squadra dei candidati alle Regionali visto che, tranne per le Marche - dove si punta alle riconferma del meloniano Francesco Acquaroli - la mappa è ancora da definire. In Toscana - dove una accelerazione è quantomai necessaria visto che si potrebbe votare a settembre - in pole position c'è il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi di Fdi.
In Campania il centrodestra vuole capire chi metterà in campo il centrosinistra, ma i nomi che circolano sono quelli di Gianpiero Zinzi, parlamentare e coordinatore regionale della Lega; Mara Carfagna di Noi Moderati; Edmondo Cirielli, viceministro meloniano degli Esteri. In Puglia, invece, potrebbe toccare a Mauro D'Attis o ad Andrea Caroppo, entrambi forzisti. Non si esclude però che alla fine si possa optare per una figura proveniente dalla società civile.