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"Il Pd non è il mio partito". Ecco chi è l'uomo della Schlein a Montecitorio

Il nuovo vicecapogruppo che ha scalzato De Luca non ha intenzione di iscriversi al Partito democratico. Dall'invio di armi alla gestazione per altri: le sue posizioni fanno già discutere

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Non ha alcuna intenzione di iscriversi al Partito democratico, si oppone all'utero in affitto e chiede di cambiare approccio nell'ambito della guerra tra Ucraina e Russia. Le posizioni di Paolo Ciani sono già un caso: il deputato dem ieri è stato eletto vicepresidente del gruppo parlamentare e nel giro di poche ore la sua linea ha provocato più di qualche malumore nella galassia del Pd. Che già deve fare i conti con la grana Piero De Luca, scalzato dal ruolo di vicepresidente del gruppo, e il polverone alzato dalla minoranza interna.

Ciani, nato a Roma il 15 maggio 1970, è laureato in Storia dell'arte all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza". Fa parte della Comunità di Sant'Egidio da quando aveva 14 anni. Ha lavorato nel ruolo di ricercatore ed è stato consulente del presidente della commissione Sanità e Affari sociali alla Camera dei deputati. Nel 2018 è stato eletto consigliere della Regione Lazio con Democrazia Solidale - Demos e nel 2021 come consigliere al Comune di Roma.

Paolo Ciani non si iscrive al Pd

Non si aspettava la veste di vicecapogruppo. La proposta è arrivata qualche giorno fa dal presidente Chiara Braga. "Mi sono preso un po' di tempo per condividere la decisione con i miei amici di Demos", ha fatto sapere nell'intervista rilasciata a La Repubblica. Alla fine, dopo le dovute riflessioni del caso, è arrivato il via libera: "La nomina mi onora, è un riconoscimento importante". Ma sul tavolo c'è un paletto che pare essere inamovibile: il partito Demos non verrà sciolto.

Ciani ha puntato l'attenzione sul nome del gruppo: Pd-Italia democratica e progressista rappresenta tutte quelle forze politiche che hanno deciso di unirsi in occasione delle elezioni del 25 settembre alla lista del Partito democratico. Ma in diverse elezioni locali, come alle Regionali nel Lazio, è stato scelto di partecipare con il proprio simbolo. Da qui la sottolineatura: "Non mi iscrivo al Pd, a differenza dei colleghi di Articolo 1".

Il "no" all'utero in affitto

All'interno del Pd la discussione è molto accesa sul tema dell'utero in affitto: da una parte si trova chi non ammette mediazioni; dall'altra è posizionato chi ha una linea più aperturista e favorevole. Ciani si è detto contrario e, pensando a quanto sostenuto dal mondo cattolico e da un pezzo del mondo femminista, ha preso le distanze dalla Gestazione per altri: "Conoscendo bene il Sud America, so come questa pratica si trasformi nello sfruttamento di donne povere, una mercificazione del corpo".

Il deputato dem si è detto contrario alle battaglie ideologiche, rimarcando invece di essere favorevole alla registrazione dei figli di coppie Lgbt. Il convinto "no" all'utero in affitto non lo fa però sposare la causa del centrodestra, che mira a fare della pratica in questione un vero e proprio reato universale perseguibile anche se commesso all'estero: "Mi sembra proprio questo, una battaglia ideologica. Sbagliata".

I dubbi sull'invio di armi

Il 24 gennaio sul proprio profilo Facebook ha rivendicato la decisione di aver votato "no" al nuovo invio di armi in Ucraina: "Le armi non portano la pace, le armi uccidono, protraggono le guerre, portano morte e distruzione. L'unica vittoria sarà la pace". Ha rifiutato la narrazione sulla vittoria militare, ovvero armare Kiev perché possa vincere il conflitto. Ha rimproverato l'Europa e l'Occidente per non aver fatto abbastanza fino a questo momento, ma non ha una posizione solida sul destino dei territori.

"Questo si vede dopo, prima bisogna investire nella spinta al cessate il fuoco", ha dichiarato Ciani. Nel Partito democratico la confusione è totale sul sostegno militare all'Ucraina: la postura non proprio chiara si riflette sul momento caotico che la galassia dem sta attraversando. Ecco perché il deputato del Pd ha sostenuto che, dopo un anno e mezzo di guerra, ci si dovrebbe evolvere in nuove posizioni: "Il Pd la scorsa legislatura ha fatto una scelta legittima.

Si può anche cambiare parere".

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