La mattina del 17 agosto, come tutti i giorni, c'era un gran traffico sul Canal Grande ma non è solo questa la causa dell'incidente che ha provocato la morte del turista cinquantenne tedesco, travolto da un vaporetto in manovra mentre era in gondola con la moglie e i tre figli. La questura di Venezia ha confermato ieri di avere iscritto nel registro degli indagati anche Stefano Pizzaggia, 25 anni, il gondoliere, perché risultato positivo al test antidroga. Nel sangue del «pope» sono state trovate tracce di hashish e cocaina e potrebbe così dover rispondere dell'accusa di concorso in omicidio colposo.
Prima del gondoliere erano stati iscritti nel registro degli indagati anche il pilota del vaporetto coinvolto, Manuele Venerando, e i marinai di altri due battelli Actv in manovra.
Le indagini coordinate dalla procura lagunare avevano ricostruito la dinamica del drammatico incidente, avvenuto nei pressi del ponte di Rialto, uno dei punti più suggestivi di Venezia: la gondola sarebbe stata colpita dal vaporetto costretto a fare retromarcia per lasciare spazio a un altro mezzo proveniente dalla direzione opposta. La manovra avrebbe sorpreso la gondola, colpita dal più potente vaporetto e trascinata per una ventina di metri. L'impatto ha causato la morte di Joachim Vogel, professore universitario a Monaco, schiacciato dall'imbarcazione e finito in laguna. Una figlia è rimasta seriamente ferita, con un taglio profondo al viso, e se non ha avuto guai peggiori è stato grazie anche all'estremo tentativo di difesa del genitore.
Ai funerale del professore tedesco, fissati per venerdì 30 agosto a Tubinga, parteciperà anche una delegazione di gondolieri, guidati dal presidente dell'Ente Gondola, Nicola Falconi, ieri rattristato per l'inatteso sviluppo delle indagini.
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