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Trattativa Stato-mafia, è ancora scontro tra Di Pietro e Napolitano

Il Capo dello Stato: "Ho un principio da difendere". Ma l'Idv accusa: "Perché ha sollevato il conflitto solo questa volta?"

Trattativa Stato-mafia, è ancora scontro tra Di Pietro e Napolitano

Ormai diversi giorni dopo che Giorgio Napolitano ha sollevato il conflitto di attribuzione sull'uso delle intercettazioni che lo coinvolgerebbero nella presunta trattativa Stato-mafia, lo scontro tra il Presidente della Repubblica e Antonio Di Pietro - che lo accusa di non voler rivelare la verva avanti. Oggi il Capo dello Stato è tornato a difendersi assicurando di non avere nulla da nascondere, ma "un principio da difendere. "Sulla lotta contro la mafia e il crimine organizzato, conta comunque quello che è stato per me l’impegno di una vita. Conta quello che ho detto a Palermo il 23 maggio e ancora ieri, rinnovando il mio abbraccio commosso alla signora Agnese e ai suoi figli come alla signora Maria, che opra esemplarmente per trasmettere la memori e l’impegno di Giovanni e insieme di Paolo", ha detto Napolitano sostenendo che la sua scelta di rivolgersi alla Consulta "può darsi che non risulti comoda per l’applauso e mi esponga a speculazioni miserrime".

Ma Antonio Di Pietro non ci sta e torna all'attacco. "Signor Presidente: ma si rende conto che così sta tradendo la Costituzione?", accusa duramente il leader dell'Idv, "Ieri Napolitano ha detto che non possono esserci ragioni di Stato che giustificano ritardi o impedimenti per la verità sulle stragi siciliane, ma egli è la stessa persona che poi solleva le questioni di conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale". Per questo l'Italia dei valori ha presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia per sapere perchè le stesse osservazioni non sono state sollevate dal Quirinale in altre occasioni. Di Pietro ha infatti sottolineato che "il Capo dello Stato è stato intercettato indirettamente, in altre situazioni, mentre conversava con altre persone nelle inchieste di Firenze e Perugia sulla Protezione Civile.

Se proprio deve sollevare il conflitto di attribuzione perchè non lo pone in relazione a quelle telefonate e non alle telefonate di Palermo? Forse perchè nelle telefonate di Firenze e Perugia diceva cose potevano essere ascoltate e lette sui giornali? Ma cosa ha detto a Mancino che non vuole farci sapere?".

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