
Pasquale Tridico colleziona un’altra brutta figura. In questo caso non si tratta di una gaffe, ma di una incredibile bufala. Come ormai noto, l’ex presidente dell’Inps è il candidato del campo largo in Calabria ma i sondaggi non sorridono, considerando che il governatore uscente Occhiuto è nettamente avanti. Ebbene, l’attuale europarlamentare grillino ha provato a smuovere i sondaggi rilanciando un video vecchio – di ben cinque anni fa – per convincere i calabresi a stare dalla sua parte. Ma il contenuto in questione, che vede protagonista Paolo Liguori, non è passato inosservato.
Due giorni fa lo staff di Tridico ha pubblicato sui suoi profili social un video in cui l’ex direttore di Mediaset chiede scusa per una imprecisione mandata in onda da TgCom24, relativa al caso dell’aumento di stipendio dell’ex presidente dell’Inps. Nella sequenza in questione Liguori fa ammenda e spende belle parole per Tridico. Ma non si tratta di un endorsement – come affermato da qualche giornale locale – o di un appello in vista del voto in Calabria. Si tratta semplicemente di un passo indietro rispetto a una vicenda risalente al 2020. In altri termini, il video è stato decontestualizzato e lanciato in rete senza fornire spiegazioni e dettagli. Boomerang da campagna elettorale, l’ennesimo.
Liguori non è rimasto in silenzio, anzi. Contattato dal Corriere della Calabria, il giornalista non ha utilizzato troppi giri di parole: “È una fake si tratta di una evidente strumentalizzazione di un video fatto 5 anni fa, per motivi ben diversi. All’epoca ci fu una imprecisione, non avendo nulla di personale contro Tridico ho pensato di rettificare per una questione di verità, non c’entra assolutamente nulla con queste elezioni, proprio nulla”.
E ha rincarato la dose contro i suoi collaboratori: “Il suo entourage, il suo ufficio stampa, il suo manipolo di propagandisti, non sono affatto bravi ragazzi, sono dei banditi, perché usare un video in maniera così impropria, è assolutamente grave”.Insomma, l'ennesimo flop di Tridico. Resta da capire se l'elenco verrà aggiornato nelle prossime settimane. M5s, Pd & Co. possono comunque sorridere: la campagna elettorale sta per finire.