«Andiamoci piano con la fantasia», dicono gli inquirenti del caso Spinelli: ai quali la ridda di ipotesi sollevate dalle tante e vistose incongruenze della vicenda dà visibilmente fastidio. Così gli investigatori invitano a stare con i piedi per terra, e a non escludere in partenza che la verità possa essere più banale di quanto si arzigogola in queste ore. Potrebbe non esistere un «secondo livello», potrebbe non esserci nessun movente diverso dai quattrini. E il caso che ha lasciata esterrefatta l'Italia potrebbe non essere altro che l'impresa di una banda di tagliagole a caccia di denaro facile. Eppure, con tutta la buona volontà, qualcosa continua a non tornare.
È possibile - e forse probabile - che oggi, quando riceveranno in carcere la visita del giudice per il primo interrogatorio, anche i sei arrestati portino acqua a questa versione minimalista della vicenda.
Giuridicamente, Francesco Leone e i suoi compari sono in una posizione difficile. Anche se è durato poche ore, quello del ragioniere di Berlusconi è a tutti gli effetti un sequestro di persona a scopo di estorsione, punito con il carcere da venticinque a trent'anni. Tentare di ridimensionare tutto a una sorta di grosso bluff è una delle poche strade che la banda ha a disposizione per cercare di limitare i danni. Però una inchiesta non può accontentarsi di verità di comodo. La stessa Procura se bene che se non venisse chiarita da subito e fino in fondo, questa storia e i suoi misteri continuerebbero ad aleggiare all'infinito, e diverrebbero essi stessi materia di ricatto.
Così si torna ai buchi neri e ai passaggi assurdi che erano già saltati all'occhio l'altro ieri, al momento degli arresti. L'avvocato Niccolò Ghedini, con il suo lungo comunicato di ieri, mette una serie di punti fermi sulla fase finale del sequestro, quella che inizia alle otto e mezza del 16 ottobre, quando Spinelli, ancora in ostaggio della banda, telefona a Silvio Berlusconi, e che termina due giorni dopo quando Spinelli e la moglie vengono interrogati da Ilda Boccassini. Ma il comunicato di Ghedini nulla può chiarire sul prima, sulla genesi del sequestro, sui lavori preparatori iniziati prima dell'estate con i sopralluoghi sotto la casa di Spinelli. E non fa luce sul vero dettaglio inspiegabile della vicenda.
Questo dettaglio è l'accavallamento delle operazioni criminali. Francesco Leone è uno specialista dei sequestri lampo, e se si fosse limitato a prendere in ostaggio Spinelli e a chiedere un riscatto la faccenda sarebbe - nella sua brutalità - semplice. Invece al sequestro si somma e si incrocia la trattativa sul materiale giudiziario, il dvd che oltre alle prove delle collusioni tra Gianfranco Fini e i giudici porterebbe anche rivelazioni sconvolgenti anche sulla vicenda del Lodo Mondadori. Che senso ha mischiare le due trattative? Se la banda voleva offrire il dvd a Berlusconi avrebbe potuto farlo con le buone, rischiando al massimo una accusa di estorsione, pena base cinque anni; o ancora meglio truffa, da sei mesi a tre anni. Invece Leone e i suoi si vanno a infilare in un guaio che rischia di chiuderli in cella per un quarto di secolo. La cosa non ha senso. E siccome le cose senza senso non accadono, la verità è per forza un'altra.
C'è una ipotesi che circola: è un po' vaga ma metterebbe qualche tassello a posto. Il sequestro di Spinelli potrebbe essere stato la «fase due» di una operazione iniziata già molti mesi prima. In questa prima fase qualcuno mette in circolazione del materiale che potrebbe giovare alla causa di Berlusconi. Questo materiale trova un acquirente. Un prezzo viene chiesto e promesso, in parte forse pagato. Poi i contatti si interrompono. Prima dell'estate, entrano in scena Leone e la sua banda. Hanno avuto l'incarico di portare all'incasso una sorta di cambiale? O hanno ereditato la pratica da chi ha gestito la prima fase? Se le loro pretese fossero rimaste inascoltate, potrebbero essere passati alle maniere forti.
Ipotesi, nulla più.
Ma meno inverosimili della consolatoria versione della truffa finita male che sta circolando nelle ultime ore. Una fola cui non credono nemmeno gli inquirenti, e che però avallano per poter cercare in pace la vera storia del sequestro Spinelli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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