Il tunnel del destino che fa rivivere la Guerra fredda

La corsa alle massime energie torna al centro dell'attenzione politica mondiale. Eccone i motivi. Il Muro di Berlino è crollato nel novembre del 1989. La corsa agli armamenti no. Oggi è ancora più attiva che mai. L'obiettivo della corsa non è più la potenza, ce n'è già troppa, ma la precisione. Tutto questo avviene nel più assoluto segreto. E infatti nessuno ne parla. L'avevano denunciato nel 1985 a Ginevra i due più potenti capi di Stato: Reagan e Gorbaciov. È necessario (...)

(...) aprire i laboratori segreti e noi lo faremo, dissero i due capi di Stato delle superpotenze Usa e Urss. Ma dopo pochi anni non crollò solo il Muro di Berlino ma anche l'Unione Sovietica che aveva - con Gorbaciov - intrapreso il cammino giusto verso la fine non solo della Guerra fredda e di tante altre possibili guerre future. Come? Dando vita a un Laboratorio mondiale (World Lab) in cui, senza frontiere geografiche né politiche, i cervelli più potenti (Est-Ovest-Nord-Sud) potessero lavorare insieme. Reagan e Gorbaciov si erano resi conto che aprire i laboratori segreti era un'azione estremamente complessa. Era invece molto più semplice aprire le porte del segreto sulle cose ancora da scoprire. E le cose da scoprire erano (e sono) nelle massime energie realizzabili su questa Terra. Nasce così il Progetto Eloisatron, in sigla Eln (Euroasiatic Long Intersecting Storage Accelerator) la cui pista magnetica da 300 Km porta l'energia a un milione di miliardi di elettronvolt. Quando ci strofiniamo le mani per riscaldarle, le energie in gioco sono sotto il centesimo di elettronvolt. È studiando cosa succede tra un miliardo e mille miliardi di elettronvolt che abbiamo scoperto l'Universo subnucleare, da nessuno previsto né immaginato. La tappa conclusiva nello studio di questo Universo è stata la cosiddetta «particella di Dio». Adesso vorremmo sapere se esiste il «Supermondo» di cui abbiamo parlato su queste colonne. Ecco perché c'è bisogno del salto al milione di miliardi di elettronvolt.
Sarebbe un esempio di alta e civile responsabilità se tutti i governi del mondo decidessero di dedicare una parte delle immense risorse attualmente utilizzate per il progresso del segreto tecnologico-militare (miliardi e miliardi di dollari) allo studio di queste frontiere scientifiche.
Se non fosse crollato il Muro di Berlino e con esso l'Urss, Eloisatron sarebbe una macchina oggi in piena attività. Non solo Reagan e Gorbaciov ne sostenevano il valore ma anche il leader della nascente potenza cinese Deng Xiao Ping si era detto entusiasta del progetto quando andai a parlargliene a Pechino trent'anni fa. La realizzazione della pista magnetica era (ed è ancora) nelle mani dell'Italia essendo l'industria italiana (Ansaldo, Metalli Industriali, Zanon) in prima linea nella costruzione dei potenti magneti superconduttori, la tecnologia-chiave del Progetto.
L'Eln torna d'attualità in quanto ci sono in ballo 15 classi di Emergenze planetarie (le abbiamo trattate il 18 agosto scorso) che prima o poi debbono essere affrontate e risolte potenziando la ricerca scientifica di frontiera. Il motore del progresso (tecnologico-industriale-civile) è infatti la scoperta scientifica, le cui sorgenti stanno ai massimi livelli d'energia.
Il Progetto Eloisatron si ispira a un esempio del 1940 quando il mondo correva il rischio di finire sotto il dominio di Hitler. La frontiera scientifica di quei tempi era la «fissione nucleare», di cui pochi sapevano qualcosa eccetto il livello di energia, che era ai massimi di quei tempi. Non esisteva nulla di nucleare prima del 1940 quando gli Usa decisero di finanziare il Progetto Manhattan. Nel 1945 il fuoco nucleare di pace (reattori) e il fuoco nucleare di guerra (bombe) erano due realtà tecnologiche. Il Progetto Manhattan riuscì a realizzare in appena cinque anni un salto tecnologico senza precedenti nella storia del mondo. Il Progetto era in mano a veri scienziati e non conobbe alcun incidente, pur avendo alle sue spalle l'assoluto vuoto sulle nuove tecnologie inventate nel corso di quei pochissimi anni di intensa attività.
Sarebbe un atto di straordinaria civiltà realizzare un nuovo Progetto Manhattan stavolta non per paura che uno spietato dittatore diventi leader mondiale. Stavolta è per affrontare e risolvere le emergenze planetarie che minacciano il futuro dell'umanità. Che sia possibile realizzare questa formidabile avventura scientifica lo dimostrano le scoperte e invenzioni che il Cern di Ginevra ha saputo fare in oltre mezzo secolo di attività. Esistono tutte le strutture affinché il Progetto Eloisatron possa essere realtà in tempi minimi rispetto a quelli che sarebbero necessari partendo da zero. Le ricadute tecnologiche e culturali di ciò che potrebbe venire dalla corsa alle massime energie è possibile immaginarle studiando il mezzo secolo di attività delle 124 Scuole Internazionali del Centro di Cultura Scientifica «Ettore Majorana» di Erice, nato anch'esso a Ginevra nel 1963.
La conclusione è che non bisogna più darsi ai proclami sulla difesa della scienza. La ricerca scientifica di frontiera ha bisogno di azioni concrete e il Progetto Eloisatron è interamente dedicato ad assicurare un futuro privo di incognite e pericoli in quanto libero da tutte le emergenze planetarie. L'Italia potrebbe avere un ruolo centrale in questo grande obiettivo. Se solo si smettesse di chiacchierare dell'importanza della ricerca e si cominciasse a darsi da fare per realizzare progetti.

segue a pagina 14

di Antonino Zichichi

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica