Urso a Stellantis: "Dia all'Italia ciò che è stato dato a Fiat"

Il ministro delle Imprese ha annunciato la convocazione di un tavolo specifico per “entrare nel vivo delle richieste che il Sistema Italia nella sua unanimità ha fatto a questa azienda multinazionale”

Urso a Stellantis: "Dia all'Italia ciò che è stato dato a Fiat"
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Stellantis deve restare in Italia: forte e chiaro il ministro Adolfo Urso. Ospite all'assemblea di Assolombarda, il titolare delle Imprese e del Made in Italy ha evidenziato che l'unità tra sindacato, forza politica e filiera dell'auto va mantenuta "su un bene prezioso per il Paese per confrontarsi con questa multinazionale e farle capire che l'auto è nata in Italia e in Italia deve restare".

"Finalmente al di là di quello che è successo negli anni passati quando qualcuno che poteva decidere se ne è lavato le mani facendo come Ponzio Pilato quando è nata Stellantis, quando altri hanno posto delle regole e delle condizioni a garanzia del loro sviluppo e dei loro investimenti, è nata unità in Parlamento sulle condizioni che vanno poste a Stellantis", ha proseguito Urso, sottolineando che il governo è disposto a tutto affinchè quel piano industriale possa partire dagli investimenti in Italia perché “l'ecosistema che c'è in Italia non c'è in nessuna altra parte del mondo, ce lo invidiano”.

Urso ha colto l’occasione per annunciare la convocazione di un tavolo specifico per entrare nel vivo delle richieste che il Sistema Italia nella sua unanimità ha fatto a Stellantis.Dia all'Italia quello che l'Italia ha dato alla Fiat in questi decenni", il messaggio del ministro in quota FdI: "Stellantis investa in Italia dove è nata l'auto europea insieme al sistema paese mantenendo l'occupazione".

Il futuro di Stellantis continua a tenere banco e non mancano le preoccupazioni dopo l'audizione di Tavares in Parlamento e i possibili licenziamenti negli stabilimenti italiani. Sul punto è intervenuto nelle scorse ore anche Matteo Salvini: "Licenziamenti? Faremo di tutto per impedirli, soprattutto perché sono tagli ipotizzati da chi ha decine di milioni di stipendio annuo". Il vicepremier ha rimarcato la necessità che la multinazionale rispetti "i miliardi di euro che i contribuenti italiani hanno dato negli anni a quella che era Fiat e oggi Stellantis.

Non puoi prendere miliardi e miliardi di euro di contributi pubblici e poi chiudere licenziare in Italia per scappare all'estero. Chiedo rispetto per quegli ingegneri e lavoratori che oggi sono in cassa integrazione".

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