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"Vende meno in Italia? Problema suo". La stoccata di Urso a Stellantis

"A dicembre c'è stato il sorpasso della Volkswagen, rivedano le loro politiche", dice il ministro delle Imprese aggiungendo che "il denaro italiano non può incentivare le macchine prodotte all'estero"

Il ministro Adolfo Urso a sinistra e il ceo di Stellantis Carlos Tavares a destra.
Il ministro Adolfo Urso a sinistra e il ceo di Stellantis Carlos Tavares a destra.

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"Vende meno in Italia? Problema suo". La stoccata di Urso a Stellantis

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Il caso Stellantis continua a infiammare il dibattito con il governo. Dopo le parole dello scorso 24 gennaio pronunciate in maniera netta da Giorgia Meloni alla Camera su questo tema, non sono mancate botte e risposte tra i dirigenti del gruppo e il governo, con l'ad Carlos Tavares che ha recentemente minacciato che ci saranno conseguenze se l'esecutivo vorrà un altro produttore. Oggi è toccato, di nuovo, al ministro Adolfo Urso intervenire sull'argomento. Lo ha fatto all'incontro "Strategie e politiche industriali per lo sviluppo del Paese" organizzato dalla Camera di Commercio di Trento. "Il denaro italiano non può incentivare le macchine prodotte all'estero", dichiara il ministro delle Imprese e del made in Italy, il quale ha spiegato che "gli incentivi dati gli scorsi anni, che hanno consentito un aumento di immatricolazioni in Italia, sono finiti per l'80% a macchine prodotte all'estero, per il 40% sono finiti a Stellantis ed è giusto così - ha spiegato Urso - ma la metà degli incentivi andati a una casa che nasce e produce in Italia sono finiti a macchine Stellantis prodotte all'estero e importate in Italia". Gli obiettivi di questo piano incentivi, quindi, "si devono vedere nei risultati". Dunque, "non è che può continuare così, non è che il denaro italiano può andare ad auto prodotte all'estero".

Il ministro pone poi una questione ben precisa nei confronti della holding olandese: "Dobbiamo intenderci: se a dicembre la Volkswagen ha superato nelle vendita in Italia Stellantis, se i cittadini italiani hanno preferito acquistare un'auto prodotta all'estero, piuttosto che una fatta in Italia, a fronte di condizioni di mercato e incentivi simili, il problema non è del governo ma dell'azienda". L'esponente di governo di Fratelli d'Italia quindi si chiede: "Sarà un problema di marketing? Di modelli appetibili? Perché il sorpasso storico in dicembre è un problema dell’azienda, che evidentemente ha bisogno di rivedere le politiche di vendita. Lo facessero", conclude.

Urso fa poi un riassunto sulla storia dell'azienda: "Quando è stata creata Stellantis, mentre altri concordavano piani strategici e anche partecipazioni azionarie, qualcuno da noi è stato assente. Quel gruppo ha una governance sbilanciata", dichiara facendo riferimento al fatto che lo Stato francese (che era già azionista di Psa) quando c'è stata la fusione tra Psa e Fca, è diventato azionista del nuovo gruppo Stellantis. "Per fortuna si è creato un sistema paese, con la partecipazione ai tavoli delle Regioni dove ci sono stabilimenti Stellantis, dei sindacati e delle imprese dell'indotto, che oggi è in condizione di indirizzare una politica industriale", ha aggiunto Urso, ricordando che ieri nella presentazione dei nuovi incentivi auto 2024, ha detto che devono servire anche all'aumento della produzione auto in Italia.

Secondo il ministro delle Imprese il problema nasce con la decisione di dare Alfa Romeo alla Fiat: "Non si è creata concorrenza, mentre la concorrenza fa bene al mercato, poi si è perseguito il problema con la nascita di Stellantis". L'assenza dello Stato italiano al momento della fusione ora va recuperata, anche se è difficile. "Una multinazionale i piani strategici li fa quando nasce, poi recuperare sui piani strategici internazionali non è semplice", ha aggiunto Urso, ribadendo che con il piano incentivi presentato ieri "speriamo in una inversione di tendenza già quest'anno, che riduca il delta tra produzione e immatricolazioni, e ove non ci fosse, dal prossimo anno tutte le risorse del fondo automotive non andranno più a incentivare i consumi ma a incentivare la produzione".

Adolfo Urso ha specificato che ci sono "5,4 miliardi di euro del fondo automotive ancora non destinati per i prossimi anni che andranno a incrementare le risorse dei contratti di sviluppo, destinati a chi produce o chi intende produrre di più nel nostro paese, per esempio se ci fosse un'altra casa automobilistica o se le imprese dell'indotto decidono di allargare la propria attività, anche verso le attività dello spazio, e le proprie capacità competitive. Con questa chiarezza noi ci confronteremo con le aziende che devono sapere".

Come del resto è accaduto con l'Euro 7, "di cui noi abbiamo cambiato il regolamento, che è stata la prima richiesta di Stellantis, poi ci hanno chiesto un piano incentivi e lo abbiamo fatto e ora spetta a loro, altrimenti dal prossimo anno cambierà il sistema degli incentivi".

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