La verità sulla telefonata a Gheddafi: quando l'ha chiamato Craxi

"Non sarebbe sbagliato, come asserisce il presidente Amato, chiedere alla Francia di contribuire alla verità", dichiara Bobo Craxi

La verità sulla telefonata a Gheddafi: quando l'ha chiamato Craxi
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Le presunte responsabilità dell'aeronautica francese nell'abbattimento del Dc9 di Itavia sui cieli di Ustica, rivelate dall'ex presidente del Consiglio Giuliano Amato nel corso dell'intervista rilasciata a Repubblica, continuano ad agitare le acque nel mondo politico italiano.

L'attentato a Gheddafi

Nessuna "verità accertata" da accettare passivamente, perché la notizia è di quelle in grado di creare uno squarcio nella coltre della nebbia che da sempre ha avvolto l'inquietante caso della morte degli 81 passeggeri avvenuta alle ore 20:59 di quel maledetto venerdì 27 giugno del 1980. Anche il Consiglio superiore delle magistratura, come anticipato dal vicepresidente Fabio Pinelli, vuole far luce sulla vicenda, e chiederà alla Procura della Repubblica di Marsala "di rendere accessibili tutti gli atti del procedimento di potenziale interesse di quell'inchiesta".

Tra le rivelazioni fatte a Repubblica dall'ex premier, anche quella in cui si fa riferimento al fatto che Gheddafi, obiettivo dei militari francesi, non avrebbe preso il suo aereo perché messo in guardia del pericolo di un attentato ai suoi danni. Sarebbe stato Bettino Craxi, allora segretario del Partito socialista italiano, ad avvisare dell'incombente pericolo il Raiss.

"Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione. Il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l'attentato come incidente involontario", spiega al quotidiano l'ex presidente del Consiglio. "Avrei saputo più tardi, ma senza averne prova - dichiara ancora - che era stato Craxi ad avvertire Gheddafi. Non aveva interesse che venisse fuori: sarebbe stato incolpato di infedeltà alla Nato e di spionaggio", rivela ancora.

La replica di Bobo Craxi

Sulla parte relativa alla "soffiata" di Bettino Craxi è intervenuto il figlio di quest'ultimo."É già scritto anche sui libri di Storia che mio padre avvertì Gheddafi che lo avrebbero bombardato. Ma nel 1986", scrive Bobo su X-Twitter.

Ma che conseguenze potrebbe avere nel rapporto tra Italia e Francia la diffusione di una notizia di tale portata?"È una accusa abbastanza contundente, per quanto l'attuale presidenza francese non ha responsabilità dirette", spiega a RaiNews24 il figlio dell'ex segretario Psi. "Io non vedo grandi novità rispetto alle grandi questioni che sono emerse negli ultimi anni: Amato dice sostanzialmente che le inchieste sono arrivate a una conclusione, cioè che non fosse un ordigno". "Verosimilmente c'è stato un intervento esterno, e quindi i francesi hanno il dovere di confessare. Mi pare che questa sia la sua tesi", dichiara ancora.

"Si tratta soltanto di avviare in Francia un'inchiesta sul fatto che effettivamente c'è una responsabilità da parte della loro aeronautica su quell'atto di guerra", prosegue, "mi

pare che si tratti di questo". "Siccome sono fatti risalenti a più o meno 40 anni fa non sarebbe sbagliato, come asserisce il presidente Amato, chiedere alla Francia di contribuire alla verità", conclude.

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