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"Scenari inquietanti...". Cosa cambia sulla strage di Ustica

Il Csm si prepara a chiedere alla Procura della Repubblica di Marsala di rendere accessibili tutti gli atti relativi all'inchiesta

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Le rivelazioni sganciate dall'ex premier Giuliano Amato circa le presunte responsabilità francesi nell'abbattimento del Dc9 dell'Itavia che volava sui cieli di Ustica nell'oramai lontano 27 giugno del 1980 continuano, com'è ovvio, a scatenare reazioni nel nostro Paese, tra cui quella del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Fabio Pinelli.

"La versione più credibile è quella della responsabilità dell'aeronautica francese, con la complicità degli americani", ha raccontato l'ex Psi a Repubblica. "Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione", ha precisato,"il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l'attentato come incidente involontario". Ma Gheddafi fu avvertito, presumibilmente da Bettino Craxi, e non salì sul suo aereo. "E il missile sganciato contro il Mig finì per colpire il Dc9. L'ipotesi più accreditata è che quel missile sia stato lanciato da un caccia francese". Da quel momento iniziarono le intromissioni della Nato e i depistaggi del mondo militare, mentre si tentava di dare vigore alla tesi della "bomba a bordo" per chiudere lo scomodo capitolo.

Ma ora salta tutto e, come annunciato da Fabio Pinelli, potrebbe essere presto richiesto alla Procura della Repubblica di Marsala di rendere accessibili tutti gli atti relativi all'inchiesta, rivelando anche l'operato di Paolo Borsellino.

"Le affermazioni di Giuliano Amato sulla strage di Ustica aprono, dopo quarant'anni. scenari veramente inquietanti", commenta Pinelli,"che impongono il giusto riconoscimento di quegli organi dello Stato che fin dall'inizio cercarono di ricostruire la verità dell'accaduto e le relative responsabilità". E tra questi c'è proprio Paolo Borsellino, che operò sul caso quando si trovava a capo della Procura della Repubblica di Marsala. "In quel ruolo, il dottor Borsellino portò avanti con la consueta e riconosciuta capacità professionale e rettitudine morale, una delicatissima attività di indagine scontrandosi sovente con reticenze e depistaggi", ricorda il vicepresidente del Csm.

"Basti ricordare la vicenda sul radar di Marsala, come ricostruito meritevolmente dal compianto giornalista Andrea Purgatori", prosegue Pinelli. "Per tali ragioni, condividerò con l'intero Consiglio Superiore di valutare l'opportunita di avanzare alla Procura della Repubblica di Marsala la richiesta di rendere accessibili tutti gli atti del procedimento di potenziale interesse di quell'inchiesta", annuncia, "nonchè il compendio documentale delle iniziative portate avanti dal dottor Borsellino all'epoca".

I parenti delle vittime chiedono ancora giustizia, così come tutto il Paese.

"Tutto ciò, non solo per dare memoria ancora una volta dello straordinario contributo nell'interesse dello Stato da parte di Paolo Borsellino", aggiunge in conclusione Pinelli, "ma anche per un dovere di carattere morale nei confronti dei familiari delle vittime, di vedere finalmente riconosciuto il diritto alla ricostruzione - per quanto possibile - della verità storica della tragedia di Ustica".

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