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"Non basta destituirlo". La sinistra cavalca il caso Vannacci per attaccare il governo

Dopo gli stralci del libro contro gli omosessuali e gli stranieri, per cui è finito nella bufera, il generale Roberto Vannacci è stato sollevato dallo Stato Maggiore. Ma alla sinistra non basta

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Il generale Roberto Vannacci è stato sollevato dal comando dello Stato Maggiore dell'Esercito al termine di tutte le polemiche che si sono scatenate a causa dei contenuti del suo libro. Ma alla sinistra tutto questo non basta. Eppure il ministro della Difesa, Guido Crosetto, aveva subito messo in chiaro che "ci sarà un regolare esame disciplinare" dal momento che "la Difesa ha le sue regole". Cosa che, però, dal Partito democratico ai Verdi, non sembrano voler rispettare. Il tutto con il solo e preciso obiettivo di attaccare il governo e, in modo particolare, lo stesso Crosetto.

La sinistra subito all'attacco

Vannacci è stato rimosso da capo dell'istituto geografico militare di Firenze. In base a quanto si apprende, il generale è stato messo a disposizione del comando delle forze operative terresti rimanendo nella sede del capoluogo toscano. Al suo posto, all'istituto geografico militare, arriverà il generale Massimo Panizzi, che prenderà servizio lunedì. Subito dopo la presa di posizione, il primo a commentare negativamente questa scelta - considerata insufficiente - è stato il leader dei Verdi, Angelo Bonelli. "La decisione di destituire il generale Vannacci da Comandante dell'Istituto Geografico Militare e trasferirlo in forza extra organica al Comfoter Area Territoriale è una presa in giro. Le sue dichiarazioni omofobe e razziste sono una chiara offesa alla nostra Costituzione e alla nostra democrazia. La sua presenza nelle Forze Armate, mina la fiducia e i principi fondamentali sui quali si fonda la nostra Repubblica, pertanto occorre una presa di posizione decisa e chiara: Vannacci va radiato immediatamente dall'Esercito".

Lo stesso tono viene utilizzato da Alessandro Zan, del Partito Democratico. "Il semplice trasferimento di Vannacci non è sufficiente. La sua presenza ai vertici dell'Esercito continua a recare discredito e disonore alle forze armate, a cui va sempre il riconoscimento per difendere i valori costituzionali che lui offende". Secondo il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, quello che recentemente accaduto "non può che richiamare il Governo a scelte chiare e coerenti nell'individuazione di chi guida un'istituzione così prestigiosa ed importante come l'Istituto Geografico Militare". I Radicali Italiani, tramite il segretario Iervolino, chiedono "al governo Meloni di revocare l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, conferita a Vannacci dal governo Conte I il 2 giugno del 2019".

La replica di Crosetto

Commentando la notizia e le conseguenti reazioni politiche sorte per attaccare il governo, Crosetto ha affermato: "Da un lato chiedono 'punizioni esemplari', dall'altro mi insultano perché sarebbe stato punito. Non è stato punito e non avrà punizioni esemplari sommarie perché, come ho scritto, ci sarà un regolare 'esame disciplinare'. La Difesa ha le sue regole e Vannacci le conosce bene". Ma tutto questo non è stato ritenuto soddisfacente da un'opposizione ormai sempre pronta a scagliarsi contro l'esecutivo di centrodestra per qualsiasi motivo.

E dire che l'esponente di Fratelli d'Italia si era dimostrato molto tempestivo nell'intervenire nella vicenda. La sua comunicazione sui social era stata molto chiara fin dallo scoppiare del caso: "Non utilizzate le farneticazioni personali di un Generale in servizio per polemizzare con la Difesa e le Forze Armate. Il Gen. Vannacci ha espresso opinioni che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione. Per questo sarà avviato dalla Difesa l'esame disciplinare previsto", aveva scritto ieri su Twitter. Aggiungendo successivamente di non sopportare "tanto i pregiudizi nei confronti della sessualità delle persone quanto quelli (che stanno emergendo con violenza) contro le Forze Armate". Insomma: tutto si può affermare tranne che Crosetto non si fosse espresso con nettezza e chiarezza riguardo alle esternazioni del Generale. E, in effetti, nel centrosinistra c'è fortunatamente qualcuno che si distingue dal coro di indignazione dei giallorossi. Ettore Rosato, di Italia Viva, parla di una "risposta adeguata e tempestiva" dell'Esercito italiano: "Tutte le altre polemiche alimentano solo le vendite di un libro che non credo meriti di molta attenzione", scrive il deputato renziano.

Il generale non si scusa

Subito dopo la destituzione dal comando, Vannacci ha voluto replicare a tutte queste ulteriori accuse che gli sono piovute addosso anche dopo essere stato destituito. "Non mi sento assolutamente di fare passi indietro, rivendico quanto scritto. Non uso mai parole volgari ma parole di 'mondo' e rivendico il diritto ad esprimere le proprie opinioni: non ho alcun problema a sostenere una denuncia per calunnia, se qualcuno riuscirà a dimostrarla".

"Chi indossa una divisa ricopre un ruolo istituzionale però la libertà di parola è garantita dalla Costituzione. Io combatto il pensiero unico che vieta la critica ad una determinata categoria di persone", ha aggiunto il generale. "L'odio è un sentimento, come l'amore e quindi io penso che sia lecito provare disprezzo per qualcosa o per qualcuno. Questo non vuol dire istigare alla violenza: sono libero di provare odio per gli stupratori o per chi fa del male ai bambini. Questo non vuol dire che stia istigando al linciaggio di queste persone". Vannacci tende poi a sottolineare come "l'obiettivo del libro era quello di manifestare delle opinioni che sono personali.

Fondamentalmente i temi a cui mi riferisco sono quelli del buon senso e quella che io definisco la normalità, ovvero quello che pensa la maggior parte della popolazione".

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