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In Veneto il "fattore Zaia" traina la Lega al 36%. Salvini: "Si vince uniti"

La candidatura di Luca Zaia come capolista in tutte le circoscrizioni è stata determinante per far arrivare la Lega al 36%

In Veneto il "fattore Zaia" traina la Lega al 36%. Salvini: "Si vince uniti"
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Alla fine il "Doge" Luca Zaia ha vinto la sua battaglia. Ancora non sappiamo se ha raggiunto le 200mila preferenze, ma ha dimostrato di essere un valore aggiunto per il centrodestra in Veneto.

"C'è un dato che rispetto alle passate regionali ci vede in grande avanzamento, ma è stato anche riconosciuto in modo indiscutibile il consenso nei confronti di Luca Zaia", ha detto il senatore di Fdi Raffaele Speranzon, commentando il risultato della Lega in Veneto. Secondo il meloniano Speranzon "Luca è una risorsa non solo per la Lega ma per il Veneto" e non ha dubbi che "potrà avere anche ruoli in futuro altrettanto importanti rispetto a quello che si accinge a lasciare". E, poi, ammonisce: "Chiaramente, da parte nostra possiamo solo registrare i fatti: la prossima giunta, il prossimo consiglio vedrà una presenza importante di Fratelli d'Italia, che sarà determinante poi nel condividere le scelte programmatiche ma anche le realizzazioni della prossima Giunta regionale del Veneto". Su questo arrivano subito le rassicurazioni del neopresidente Alberto Stefani che, sull'accordo riguardante la distribuzione degli assessori concordata con FdI, dice: "Pacta sunt servanda". E poi puntualizza: "Al di là del numero degli assessorati, conta trovare persone di qualità. Io inciderò su questo. Ho chiesto nella contrattazione che la scelta degli assessorati fosse del presidente e oggi lo posso ribadire". Stefani assicura: "Siamo una coalizione, una squadra compatta. Credo che ogni partito abbia cercato di esprimere le proprie migliori potenzialità con i propri migliori candidati. Per me - è la conclusione del suo ragionamento - le squadre restano tali fino alla fine, come è stato in campagna elettorale la squadra resterà tale fino alla fine del mio mandato e anche dopo".

Nessuno, dunque, nega che il "fattore Zaia" abbia inciso sulla coalizione e averlo come capolista ha aiutato la Lega a superare il 36% e a doppiare Fratelli d'Italia che si ferma parecchio attorno al 17,5%. Il diretto interessato, intanto, fa il vago sulle sue prossime mosse: "Non so dire cosa farò in futuro, anche perché la vicenda del comune di Venezia piuttosto che il tema delle suppletive in Parlamento, visto e considerato che Alberto non sarà più parlamentare, sono fatti che arriveranno ad aprile-maggio, quindi per ora bisogna concentrarsi sul lavoro". Matteo Salvini, invece, elegia il vecchio "Doge": "Oggi godiamoci il ruggito del leone, pacifico e positivo. Questo è frutto anche del lavoro dei 15 anni di Luca Zaia. Luca generosamente ha guidato le liste della Lega in tutte le province, questo vuol dire essere squadra e militanza di partito. Sono due parole che io amo”. E sottoline: "Questa è una vittoria frutto della coalizione. Non cambio gli accordi presi con Giorgia Meloni e Antonio Tajani, perché ci hanno votato in tantissimi. Per me la parola data vale.

Il centrodestra vince se è unito e se permette a tutti di dare il meglio. Non siamo né gentili né sprovveduti, una stretta di mano vale più del notaio. Non cambio gli accordi fatti in base al risultato straordinario e clamoroso ottenuto".

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