RiccioneQuasi sicuramente il branco ha usato una «droga da stupro», l'hanno fatta bere a una milanese di 20 anni conosciuta in discoteca e poi ne hanno approfittato. Lei ricorda vagamente almeno uno, ma la sua memoria è piuttosto confusa e non sa nemmeno dire dove sia stata violentata. Si è solo risvegliata sconvolta, in mezzo alla pista da ballo e ha dato l'allarme. Ora i carabinieri stanno cercando di visionare i filmati del locale per individuare gli autori dell'aggressione anche loro forse lombardi come la vittima.
La giovane era arrivata a Riccione nei giorni scorsi e aveva preso alloggio con alcuni amici in un albergo di Miramare. Sabato sera con l'intera comitiva era andata a ballare al Cocoricò, un'enorme piramide in vetro inaugurata sulle colline di Riccione nel 1989 e da allora diventata uno dei più importanti «templi» del divertimento. Una volta dentro la giovane si è divisa dagli amici, come spesso capita, per ritrovarsi a ballare in pista a fianco di altri ragazzi provenienti dalla Lombardia. O almeno a lei è sembrato sentendoli parlare. È girata una banale bottiglia d'acqua, lei ha dato un sorso ed è iniziato l'incubo.
I suoi ricordi come detto sono piuttosto confusi, rammenta di essere stata condotta in un non meglio specificato «luogo chiuso», forse sempre dentro la discoteca dove è stata violentata. Non sa se da tutto il branco, di sicuro almeno uno. Quando ha ripreso controllo di se, erano le 2.30 e lei stava correndo in cerca di aiuto. Il personale del locale l'ha subito presa in consegna e ha chiamato i carabinieri. La ragazza è stata portata in ospedale dove i medici confermavano come avesse avuto rapporti sessuali non violenti. Anche perché, date le sostanze ingerite, non poteva opporre resistenza. Le prime analisi tossicologiche non hanno al momento rilevato tracce di metanfetamine, le sostanze più usate, ma non significa nulla perché le droghe da stupro sono tantissime.
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