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Il video che smonta le bufale della sinistra sul naufragio di Cutro

Un filmato pubblicato dal sito Nicolaporro.it smonta le ricostruzioni farlocche sui sopravvissuti e spazza via la "grande" stampa progressista che ha speculato sul dolore per attaccare il governo e la Meloni

Il video che smonta le bufale di sinistra sul naufragio di Cutro

Realtà e narrazione. Quante volte si scopre che il disegno che viene fatto di un evento sia in realtà così distante da ciò che accade veramente. La riprova, plastica come sanno esserlo solo alcuni video, la si ha sulla tragica vicenda del naufragio di Cutro. Almeno 86 persone sono morte per fatalità, per colpa del maltempo, degli scafisti, di un viaggio insensato e costellato di pericoli. Da giorni la "grande" stampa progressista non fa che parlare dei presunti errori della Guardia Costiera, delle responsabilità del governo, come se qualcuno a Palazzo Chigi potesse volere la strage di uomini, donne e bambini. Si è raccontato di tutto, da quel tragico 26 febbraio. Anche che i superstiti e i parenti delle vittime avrebbero accusato il premier Giorgia Meloni di insensibilità per non aver visitato i feretri dei defunti quando si è recata a Cutro per presiedere il Consiglio dei ministri che ha partorito il decreto anti-trafficanti.

Certo, nessuno mette in dubbio che alcuni di loro potranno esserci rimasti male. E chi mai potrebbe biasimare chi tra loro volesse imputare al governo le colpe di quel naufragio? Il dolore non si processa, mai. Ma i racconti artefatti sì. Il filmato, pubblicato in esclusiva dal sito Nicolaporro.it, smonta le ricostruzioni farlocche sui sopravvissuti, quelle accuse all'escutivo e quei commenti velenosi come "ci aspettavamo un omaggio alle bare" o "ci ha lasciati soli al nostro dolore". E poi i grandi editoriali, gli articoli impegnati, i commenti indignati. Risultato: quando ieri i parenti delle vittime sono stati ricevuti in forma riservata a Palazzo Chigi dal premier, alla fine di un incontro che i presenti raccontano "disteso" e molto "emozionante", anziché urlare le loro accuse contro l'esecutivo in molti si sono fermati e hanno chiesto un selfie alla Meloni. Domanda: delle persone infuriate, magari convinte che la responsabilità della morte dei loro cari sia da imputare all'esecutivo italiano, potrebbero mai voler conservare nel cellulare una fotografia con il premier?

La risposta è scontata. Le cronache raccontano che, nell'ascoltare i racconti dei sopravvissuti, la Meloni si sia commossa. Che abbia chiesto loro se erano consapevoli dei rischi cui si esponevano salendo su quei barconi. Ad alcuni ha promesso il sostegno per cercare di portare a termine ricongiungimenti familiari in Italia o all'estero. Giorni fa Repubblica ha scritto che il governo si è "fermato a Cutro". Ma ieri da quelle persone è arrivato un messaggio chiaro, semplice, fortissimo: non si fa politica sul dolore. Non si specula. Gli 86 morti di Cutro sono una disgrazia, un tragico evento, una fatalità terribile.

Ma certo nessuno di loro sembra accusare Meloni, come fatto da più parti a sinistra, di essere la responsabile pratica o morale di quel naufragio.

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