Le dinamiche all’interno dei partiti politici sono sempre molti difficili e complicate da comprendere. Di certo c’è che tra le fila del Partito democratico, da diversi anni a questa parte, è iniziata una vera e propria guerra ideologica tra i riformisti guidati da Stefano Bonaccini, ex governatore dell’Emilia Romagna, e Elly Schlein, attuale segretaria del Pd.
L’ultimo episodio che ha fatto scatenare l’ennesima diatriba interna è una riunione programmata tra riformisti dem. Un convegno al quale, un po' a sorpresa, Bonaccini – esponente dello stesso riformismo dem – non è stato invitato. Una presa di distanza netta che l’ex governatore emiliano ha voluto criticare direttamente dal suo profilo social. “Non ne trovo uno o una, per strada, al bar, al supermercato, allo stadio, in stazione o all’aeroporto che mi fermi per chiedermi se sia poco o troppo riformista”, esordisce sui social senza tanti giri di parole.
Poi una critica allo scarso pragmatismo dei nuovi dem: “Generalmente mi chiedono come si possano ridurre i tempi delle liste di attesa in sanità se il figlio o la figlia possano finalmente avere un lavoro stabile e non precario; quando difenderemo di più e meglio i salari; come intendiamo affrontare emergenza casa; oppure, se imprenditori, come arginare burocrazia soffocante; o combattere i dazi che colpiranno i tanti che esportano negli Stati Uniti”.
Non manca una nota prettamente politica: “Dopodiché se si vuole misurare il mio tasso di riformismo si guardi e si giudichi ciò che ho fatto mentre amministravo: a Campogalliano, a Modena o in Emilia-Romagna, la regione prima per crescita in Italia nell’ultimo decennio. E per cosa mi stia spendendo in Europa. Perché apprezzo il riformismo dei fatti, molto meno quello delle parole”.