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"L'Italia non è razzista". E Calderoli dichiara: "Vorrei incontrare Egonu"

Alle accuse di razzismo dichiarate da Paola Egonu nei confronti dell'Italia ha risposto il ministro Roberto Calderoli: ecco le sue parole

"L'Italia non è razzista." E Calderoli dichiara: "Vorrei incontrare Egonu"

Non si placano le polemiche per le dichiarazioni della pallavolista Paola Egonu in conferenza stampa a Sanremo dove ha dichiarato, senza mezzi termini, che l'Italia è un Paese razzista. Nel suo monologo durante la terza serata del Festival ha poi cercato di gettare un po' di acqua sul fuoco con la metafora del bicchiere trasparente ma non è che sia riuscita più di tanto nel suo intento anche perché, poco dopo, ha parlato delle accuse di vittimismo nei suoi confronti prendendosela anche con la stampa che avrebbe travisato le sue parole. Volendo provare a tendere una mano alla pallavolista, il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, si è detto disponibile ad un incontro.

"Italia non è razzista"

In un'intervista al Corriere della Sera, il ministro ha dichiarato di volerle parlare "per capire le ragioni di quel che dice. Per me l’Italia non è razzista", ha sottolineato l'ex vicepresidente del Senato. L'Italia è una nazione composta da quasi 60 milioni di persone, così come in qualsiasi altra parte del mondo è chiaro che ci siano le eccezioni ma non per questa ragione deve andarci di mezzo anche chi combatte, da anni, ogni forma di discriminazione. "Se si parla di un Paese intero non si può lanciare un’accusa del genere - aggiunge Calderoli - Può essere, invece, che l’atleta si sia imbattuta in qualche stupido che ha avuto nei suoi confronti un comportamento assolutamente da condannare" perché non è ammissibile "fare differenze sulla base del colore della pelle".

L'elezione di Iwobi

Alla precisa domanda del giornalista sulle accuse che la Lega ha dovuto subìre per anni proprio per le infondate accuse di razzismo, il ministro ha risposto per le rime riportando l'esempio lampante dell'elezione ad amministratore locale e successivamente a senatore di Toni Iwobi, politico italiano di origini nigeriane e primo nero eletto al Senato della Repubblica grazie al Carroccio. Non solo, ma è stato per ben 18 anni coordinatore delle Segreterie nazionali della Lega Nord (dal 2002 al 2018): fosse stato un partito razzista, certamente, Iwobi non avrebbe avuto spazio. Calderoli ha infatti sottolineato la carica di Iwobi e che "alle chiacchiere noi rispondiamo con i fatti".

Un altro falso storico riguarda il razzismo verso i meridionali, considerata una "narrazione alimentata ad arte per cercare di contrastarci visto che avevamo argomenti validi. La contrapposizione fra Nord e Sud era funzionale a sbarrarci la strada". Anche qui, però, la Lega ha risposto con fatti sul territorio ed il risultato è stato dimostrato più volte alle urne con una grande fetta di persone del Sud a votare Lega, voto che non sarebbe mai finito ad un partito razzista. "Ma anche qui, con i fatti, abbiamo dimostrato che perseguiamo una battaglia perché tutto il Paese cresca pur nelle sue differenze", ha aggiunto il ministro, parlando di autonomia differenziata e federalismo fiscale grazie ai quali ogni Regione italiana avrà la possibilità "di svilupparsi secondo le proprie peculiarità e i propri bisogni".

Nel nostro Paese spesso si è più bravi a dividere che unire: un'altra falsa accusa sarebbe la discriminazione attuata dalle classi agiate verso quelle povere. "Anche questa la sento dalla prima volta che sono diventato ministro, nel 2004. Vorrei rispondere dicendo che non puoi rompere ciò che è già rotto in almeno 3-4 parti. Ma non mi interessa polemizzare.

Lavoro perché il divario si restringa", conclude.

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