Voto anticipato nel ’27. Marina chiede a Tajani una Fi "più liberale"

Filini (Fdi) conferma: urne a primavera. L’incontro tra la figlia del Cav e il leader

Voto anticipato nel ’27. Marina chiede a Tajani una Fi "più liberale"

L'aria è quella dell'inizio di un nuovo anno dentro e fuori i palazzi della politica. A Milano nella casa di corso Venezia, Marina Berlusconi, ha ricevuto Antonio Tajani. Un colloquio franco per riaffermare la vicinanza a Forza Italia ma anche per chiedere che il percorso del partito sia sempre più coerente con l'eredità politica di Silvio Berlusconi. Una linea quindi più marcatamente liberale in economia, sul fisco ma anche su altri argomenti. E se questo è l'obiettivo va da sé che c'è bisogno di un arricchimento, di un'evoluzione, di un rinnovamento della classe dirigente del partito che guardi al futuro. Non c'è neppure tempo da perdere visto che fra un anno e mezzo si vota. Eh sì perché anche alla Camera, come succedeva a scuola, mentre si apre il portone del primo giorno già si pensa all'ultimo. E in questo inizio d'anno politico che ha visto sia Palazzo Montecitorio, sia Palazzo Madama più o meno deserti, sembrerà strano ma i pochi presenti hanno in mente la primavera del 2027, tempo in cui probabilmente questo Parlamento chiuderà i battenti. «Mi sembra chiaro - osserva Francesco Filini, una delle teste d'uovo di Palazzo Chigi - che si voterà nella primavera del 2027. Sarà una lunga campagna elettorale con il voto in cinque regioni, il referendum sulla giustizia e infine le politiche. Una campagna elettorale iniziata alla maniera di sempre». Eh sì perché nel primo giorno, con queste scadenze elettorali in programma, è arrivato com'è tradizione da più di trent'anni pure il primo avviso di garanzia della nuova stagione che lambisce la politica: è indagata la capo di gabinetto del ministro di Giustizia, Giusi Bartolozzi, per l'inchiesta sulla vicenda della liberazione del generale libico Almasri. Era nell'aria e si poteva evitare se si fosse posto il segreto di Stato su un caso che ha tutti i crismi dell'interesse nazionale («lo avrebbe dovuto mettere Palazzo Chigi» chiosa l'azzurro Enrico Costa), ma magari sarebbe stato lo stesso ineluttabile visto che le vecchie abitudini non si dimenticano tanto più quando c'è un referendum sulla giustizia all'orizzonte. Insomma, è stato inaugurato un argomento che caratterizzerà la campagna referendaria anche se Matteo Renzi promette: «Saremo iper-garantisti». Ecco perché nel primo giorno di scuola ti viene spontaneo interrogarti sull'ultimo. Uno stato d'animo che, confessato o meno, accompagnerà per un anno e mezzo i protagonisti della politica. Perché in Italia i primi tre anni e mezzo si governa e l'ultimo anno e mezzo ci si concentra sul voto. I segnali ci sono tutti. Una delle ragioni per cui nel primo giorno il transatlantico non era affollato è perché molti dei suoi frequentatori con le urne che si avvicinano preferiscono stare sui territori. Ed ancora: a nessuno sarà sfuggito che nell'ultimo mese il «campo largo» come d'incanto ha preso forma, si è compattato per andare insieme alle regionali in preparazione delle politiche («Vinceremo- scommette contagiato dall'enfasi unitaria il grillino Michele Gubitosa, ombra di Giuseppe Conte - pure nelle Marche e in Calabria») ; oppure, che sono aumentate le lusinghe del centrodestra verso Calenda per portarlo dalla propria parte. E puntuale la legge elettorale di cui si parla da più di un anno e mezzo ha cominciato a tenere banco. Sono le cronache di ogni legislatura che si ripetono. «La legge elettorale - spiega Filini - si farà. Ci sono i dubbi della Lega, ma alla fine si convincerà: se restassero i collegi uninominali al Sud la sinistra che questa volta si presenterà unita potrebbe far man bassa. E alla fine, me lo hanno detto, la nuova legge potrebbe andar bene anche alla sinistra: faranno un po' di sceneggiata ma sanno benissimo che nei collegi è difficile convincere un elettore grillino a votare per il Pd e viceversa». Già, si apre un anno politico fatidico. E Filini azzarda anche qualche previsione sul futuro: «Nelle Marche - predice - la spunteremo. Ed è la sfida che darà il segno alle regionali perché è la regione più in bilico. Ma l'appuntamento più importante sarà il referendum sulla giustizia. Se lo vinciamo sarà un trampolino di lancio per le politiche: a quel punto è fatta».

Siamo ai prolegomeni della volata finale di questa legislatura. E come nel centrosinistra anche nella maggioranza si scorge un spirito unitario. «Certo che faremo una nuova legge elettorale - confida il leghista Stefano Candiani - tutti sappiamo leggere i numeri e nel centrodestra c'è la consapevolezza che con l'attuale sistema si rischia di perdere. Sarà pronta per la primavera del 2027». Quindi, il programma è scadenzato pure nei tempi. C'è pure chi non vedeva l'ora che riaprisse Montecitorio. «Sono contento - confida Andrea Tremaglia, deputato di FdI e nipote dell'indimenticabile Mirko - più di quando tornavo a scuola.

Io sono più tranquillo ora che in vacanza, visto che per via di una fidanzata esigente, avrei passato volentieri due settimane pancia all'aria e invece niente. La mia vera vacanza comincia oggi». La politica come rifugio.

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