“Wokismo e islamismo sono l’incarnazione del Male nel XXI secolo, come comunismo e nazismo lo sono stati nel XX”. È questa la tesi di fondo dell’ultimo libro di Mario Adinolfi, intitolato proprio Wokismo e islamismo, edito da Amazon KDP.
Secondo Adinolfi la cultura woke e l’islam, in 25 anni, hanno prodotto più morti del nazifascismo e del comunismo. Da un lato, il wokismo “punta a materializzare il suicidio dell’Occidente cristiano attraverso tre strumenti: la cancel culture, l’ideologia (trans)gender e le leggi contro la vita, a partire da aborto ed eutanasia”, mentre dall’altro lato “l’islamismo, più diretto, punta - scrive ancora il giornalista cattolico nel suo saggio - allo sterminio di ebrei e cristiani con lo strumento della persecuzione sistematica”. La tesi di fondo del libro è che wokismo e islamismo, in questo particolare periodo storico abbiano stipulato una sorta di Ribbentrop-Molotov e, dunque, abbiamo i membri della Global Summud Flottilla che, pur avendo posizioni pro-Lgbt, ora si schierano dalla parte dei palestinesi e di Hamas che, invece, perseguitano proprio gli omosessuali. Una contraddizione che, per Adinolfi, è destinata ad accentuarsi. In prospettiva, le due ideologie sono destinate a scontrarsi perché “il male assoluto non può ammettere un male rivale e concorrente, ma ora siamo nella fase della loro alleanza tattica”. Questo avverrà inevitabilmente anche perché il rifiuto della religione in Occidente è il collante della cultura woke “che diventa – spiega ancora l’autore - così l’unico vero e proprio apparato ideologico del XXI secolo, equiparabile per tendenza totalitaria a ciò che per il XX secolo fu il comunismo”. In questo contesto è chiaro che il compianto Charlie Kirk era considerato dai wokisti il nemico pubblico numero uno proprio come Donald Trump, mentre in Italia i bersagli sono Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Dal punto di vista mediatico Raitre, e soprattutto La7, sono le reti in cui alla cultura woke viene concesso più spazio, grazie soprattutto a un’opera di “silenziamento di ogni voce intellettualmente dissenziente con programmi” e a “una comunicazione complessiva sempre a senso unico”.
L’Islam, invece, è l’unica religione “che si propone anche come inscindibile dalla pratica giurisdizionale e politica” e il suo fine ultimo è la nascita della Umma islamica, ossia “un mondo totalmente islamizzato, con gli “infedeli” tutti assoggettati al volere di Allah attraverso la predicazione o la violenza della guerra santa chiamata jihad, per imporre attraverso lo Stato islamizzato la legge di Dio chiamata sharia”. L’islamismo, dunque, usa tutte le armi possibili per penetrare in Occidente e la principale è la cultura woke che diventa “il cavallo di Troia perfetto per insinuarsi nelle crepe dell’Occidente cristiano in via di secolarizzazione, usando poi l’immigrazione come strumento determinante per piazzare una bomba a orologeria nel cuore stesso delle società più evolute perché fondate sulla Bibbia e non sul Corano”.
Di conseguenza “il problema è Cristo” sia per il wokismo sia per l’islamismo che vedono nella “proclamazione pubblica della fede cristiana” un nemico da temere. Da qui nasce l’idea di togliere il crocifisso dagli edifici pubblici e di evitare che venga fatto il presepe nelle scuole. Adinolfi non ha dubbi: “Non vogliono Cristo in mezzo ai piedi”.