Interventi anti-crisi, aiuti a 146 aziende

Il sindaco Moratti: "Milano non è ferma. Misure per le imprese artigiane e per agevolare l’accesso al credito". L’incognita della Finanziaria. Il Comune aspetta da Roma 38 milioni di rimborsi Ici: "Non possono slittare". Palazzo Marino: "Gli eventi sono una carta importante da giocare per la ripresa"

Interventi anti-crisi, aiuti a 146 aziende

La crisi entra in aula. Nel «mercato» degli Ambrogini, un mese fa il Pd aveva scambiato il premio agli operai Innse che la scorsa estate sono saliti sul tetto della fabbrica contro la chiusura con un consiglio straordinario dedicato agli effetti della crisi in città, e alle misure che il Comune dovrebbe mettere in campo. «Rispetto il consiglio comunale, ma la crisi si risolve con il lavoro quotidiano e non con il dibattito di un giorno», sostiene il sindaco. Letizia Moratti ricorda l’impegno dell’amministrazione «giorno per giorno su tutti i settori», cita gli interventi «per agevolare le nostre imprese, anche attraverso gli incubatori con cui abbiamo rilanciato 146 aziende che occupano 360 persone, per un fatturato di circa 25 milioni di euro». Ancora: «Stiamo facilitando gli artigiani attraverso la ristrutturazione del debito a medio periodo e per agevolare con un pool di banche l’accesso al credito delle imprese». Anche nel suo discorso alla città, due giorni fa, il sindaco non ha trascurato il problema: «Milano sta affrontando la crisi economica, con fatica, ma questo non significa che sia ferma», anzi la situazione l’ha spinta «a essere una città più sobria e parsimoniosa» e ha colto l’occasione «di individuare nuove opportunità». Nella ricetta, ha precisato ieri, rientra anche la scommessa su settori come la cultura, che «creano indotto a ristoranti, negozi, pubblici esercizi». Cita l’esempio del San Giovanni Battista di Leonardo da Vinci, esposto eccezionalmente in queste settimane a Palazzo Marino: «In soli quattro giorni, da sabato scorso, ha messo in fila 25mila visitatori, 66mila dal 27 novembre». I musei del Castello rimasti eccezionalmente aperti il 7 dicembre «hanno attirato 5mila presenze». Nei momenti difficili, «la crisi si affronta anche così». Più delle parole conta la Milano del fare. Anche se oggi in aula oltre alle polemiche politiche ci sarà spazio pure per gli interventi di rappresentanti di sindacati, imprese, commercianti, artigiani, pastorale del lavoro. E il Pd chiederà conto di quel pacchetto anti-crisi da 38 milioni che un anno fa, in sede di bilancio 2009, maggioranza e opposizione avevano concordato di destinare a famiglie e imprese in difficoltà. Il fondo doveva essere foraggiato dai trasferimenti dello Stato per il mancato introito da Ici ai Comuni, ma il progetto finora è saltato perché i soldi non sono arrivati. Ma ora si riapre il capitolo, visto che nel testo della Finanziaria in discussione a Roma è inserito dal 2009 il rimborso ai Comuni per il taglio dell’Ici sulla prima casa: la misura, nel maxiemendamento del relatore Massimo Corsaro, che è anche coordinatore regionale del Pdl, prevede che ai Comuni italiani vadano 156 milioni per il 2008 e 760 milioni l’anno dal 2009. Lo stanziamento 2010, cumulando tre anni, è pari a 1.676 milioni. L’assessore al Bilancio Giacomo Beretta non nasconde qualche riserva: domani si terrà il direttivo Anci e «chiariremo i dubbi - premette -, ma non vorrei che anche i 38 milioni che aspettiamo per il fondo anti-crisi slittassero al 2011». Corsaro è categorico: «Milano non ha motivo di credere che i fondi non arriveranno subito». Chiarisce anche che solo dal 2011, a fine mandato, scatteranno il taglio della figura del direttore generale, dei consigli di zona e delle poltrone di assessori (saranno al massimo 12) e dei consiglieri (da 60 a 48). Ma pesa come una scura sul bilancio 2010 del Comune la maxi-multa europea ad A2a, che taglia 78 milioni il dividendo per la città. E la Finanziaria, Ici a parte, non aiuta visto che riduce a 380 milioni il contributo per Milano nel prossimo triennio. E neanche alla città dell’Expo è stata concessa la deroga al Patto di stabilità per realizzare le opere. Palazzo Marino aspetta a parziale compensazione l’utilizzo di almeno due caserme dismesse, «il confronto con il ministro La Russa sta andando avanti - conferma il sindaco - il nostro piano di valorizzazione è pronto».


Per stralciare dalla nuova norma per il processo breve l’inchiesta sui derivati, da cui il Comune può ottenere un risarcimento da 100 milioni, il Pdl è pronto ad accogliere oggi in consiglio l’appello del Pd per una battaglia bipartisan di Milano, che chieda a Roma di escludere la truffa aggravata dal ddl.

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