Non vuole «lasciare alcun pezzo d’Italia in appalto ad altre forze politiche», e sostiene che «la Lega non basta più», però considera Roberto Formigoni uno dei due leader del futuro (con Renata Polverini) e vuole un’alleanza con Letizia Moratti. Così Francesco Storace, segretario nazionale della Destra, il partito che ha fondato e che guida anche nel Consiglio regionale del Lazio, ha concepito la sua campagna settentrionale. E ieri è arrivato a Milano, per dire alla Moratti, e ai (potenziali) alleati, che la Destra «pensa di giocare un ruolo decisivo», come programmi e come voti». Ma vuole «pari dignità».
Onorevole Francesco Storace, c’è spazio per la Destra al Nord?
«Il nostro è un movimento nazionale, non è un partito che si può relegare una parte del Paese. E il 5 febbraio torneremo per il nostro Comitato centrale, il nostro parlamentino».
Siete nella «tana del lupo» leghista. Che rapporto c’è oggi fra i lumbard e un movimento di destra, come il vostro?
«Noi il rapporto ce l’abbiamo con Berlusconi. Io sono stato al governo con la Lega, e devo dire che con i suoi ministri, Castelli, Maroni e Calderoli, mi sono trovato anche bene».
A Milano sosterrete la Moratti?
«Fra i nostri dirigenti c’è la volontà di fare un percorso con il centrodestra. Forse la giunta Moratti poteva fare di più sui temi sociali, ma in questo Paese c’è il pericolo che torni la sinistra, e anche le ultime turbolenze rischiano di farci arrivare ai ballottaggi. Ecco, la nostra presenza potrebbe essere decisiva per vincere al primo turno».
Però questo sostegno non è scontato. Chiedete, insomma, il riconoscimento di pari dignità fra alleati, come si dice.
«Beh, mi piacerebbe vedere la Moratti al nostro comitato centrale, e anche ieri ci sarebbe piaciuto un saluto del Pdl. Sarà stata una distrazione, speriamo che non ce ne siano più».
E, poi, ma conteranno anche i voti, chiederete anche una rappresentanza nell’amministrazione comunale?
«Siamo, come si dice, uomini di mondo (sorride, ndr)».
Ma voi cosa offrite alla Moratti? Quali valori, e proposte?
«Le nostre proposte sulle politiche sociali. Per esempio la nostra segreteria, con Eliana Farina, ha messo in campo una proposta sul welfare. Gli italiani devono poter accedere ad asili, case popolari e servizi un minuto prima degli stranieri. Poi c’è la nostra proposta di un mutuo sociale, commisurato al 20% del reddito».
Fra Lega e Pdl si discute già dell’incarico di vicesindaco. Il numero due di Palazzo Marino, Riccardo De Corato, viene da destra come voi. Che ne pensate?
«Io vedo che a Roma (nel rimpasto di giunta deciso dal sindaco, ndr) sono stati molto sbrigativi, e può accadere anche qui. Però sono cose che si devono discutere in una coalizione, altrimenti facciamo come il Pd con le primarie. De Corato è una persona valida, ma chi vuole sostituirlo spiegherà le sue ragioni».
Il tema delle alleanze è ancora attualissimo. Che fare con Futuro e Libertà?
«Il problema dell’alleanza con i finiani non me lo pongo, anche se il nostro partito è stato vittima di un veto odioso. Io dico che un conto sono i voti virtuali, un conto quelli che si prendono in cabina. I finiani da questo punto di vista valgono meno di zero, sono un fenomeno virtuale, nelle urne evaporeranno».
Prenderete più voti voi?
«Futuro e libertà è una forza di centro, come l’Udc. Da tempo non sono più di destra. Con noi non c’è alcuna competizione. La Destra è qui. E i valori di cui è portatore un Benedetto Della Vedova sono valori antitetici ai nostri».
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