Invita una ragazza 18enne in discoteca e poi la violenta nel privé

L'uomo, un 29enne italiano, si fingeva "pr" del locale. Ha approfittato del fatto che lei avesse bevuto

Invita una ragazza 18enne in discoteca e poi la violenta nel privé
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Si è spacciato per pr di una nota discoteca di corso Como, offrendo ingressi gratis, per poi approfittare di una giovane, che aveva bevuto, e stuprarla. Per questo un 29enne italiano è stato arrestato dalla polizia - è ai domiciliari - con l'accusa di violenza sessuale. La vittima è una ragazza di 18 anni.

Gli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal pm Alessia Menegazzo, hanno individuato il presunto responsabile grazie a una serie di testimoni e all'analisi dei social. L'episodio risale allo scorso 23 novembre e non sarebbe isolato. L'uomo infatti risulta indagato in un altro procedimento per una vicenda simile. Anche in quel caso, stando alle indagini, gli abusi sarebbero avvenuti all'interno di una discoteca, con le stesse modalità. Il gip Patrizia Nobile, che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare, parla di «allarmante ritualità» usata dall'indagato, che prende di mira in particolare le ragazze che frequentano locali notturni. La ricostruzione dei fatti: la 18enne, anche lei italiana, e un'amica sono state ospitate nel privé al tavolo del 29enne, conosciuto la sera prima nella stessa discoteca. La ragazza lo avrebbe anche contattato su Instagram, dove i due si sarebbero scambiati diversi messaggi. Quando la giovane si è sentita male per via dell'alcol, il sedicente pr avrebbe approfittato di lei, costringendola a subire atti sessuali, fino a quando lei è riuscita a liberarsi dalla presa e a scappare.

A lanciare l'allarme sono stati i gestori della discoteca, avvisati dall'addetta al guardaroba che aveva sentito la vittima raccontare l'accaduto all'amica. L'uomo avrebbe continuato a chiamare la ragazza anche mentre veniva visitata in ospedale e quando si trovava in Questura per sporgere denuncia. Sentita una seconda volta in audizione protetta, a distanza di alcuni giorni dall'episodio, la 18enne ha riferito agli inquirenti che da allora vive con la «paura» che il sedicente organizzatore di eventi possa trovarla e farle del male.

Proprio per questo nell'ordinanza il giudice scrive che c'è il pericolo concreto che il 29enne possa «vendicarsi e reiterare azioni violente» nei confronti della vittima per averlo denunciato. Con questa motivazione è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

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