Caro Adriano, io mi sono limitato a osservare le tue contraddizioni, dal momento che hai usato, a freddo, il linguaggio che mi rimproveri. Mi hai insultato a tavolino, con «lenta» premeditazione. Che tu sia strapagato, è documentato nei contratti della Rai. Io ho esposto la mia condizione di libertà, e ti ho fatto conoscere la mia rinuncia al ricatto di dovermi dimettere da sindaco. Tu parli, come Benigni, come Saviano, fai sostanzialmente politica, e la Rai ti paga. Io sono sindaco, ho inventato un paese, ho fatto cose che sarebbe opportuno tu vedessi; e, per una norma iniqua e discriminante, devo andare in televisione gratis, anche se parlo di farfalle. Il mio linguaggio è fatto anche di attacchi improvvisi, che tu chiami «isterici». Sarà. Ma devono piacere molto ai ragazzi, che, quando li incontro, recitano con divertimento «capra, capra, capra», sorridendo ironici. Sono lieto che ti occupi del «mio bene», ma non è necessario. Me la sono sempre cavata da solo, e ho scritto molti libri che tu non hai mai letto. Di Saviano ho poco da dire, se non che continua a dire di essere minacciato dalla mafia e di volersene andare dall'Italia, e intanto aspetta di andare in televisione a 80mila euro a puntata. Io sono stato minacciato per avere denunciato lo scandalo delle pale eoliche, vengo attaccato, senza che nessuno si preoccupi. A proposito, non ho letto niente di tuo contro lo scempio del paesaggio. Quanto al confronto, l'ho proposto per evitare di essere insultato, a freddo, da chi mi rimprovera di insultare. E ti informo che parlo spesso con ignoranti come te che mi capiscono. Quindi, sono certo che mi capiresti anche tu.Anche l’ignoranza ha confini (come la cultura), e potremmo cercare i confini della tua.
Incontrarsi e dialogare (senza confini) potrebbe essere una buona opportunità. Perché a essere pagato non sia soltanto tu. In ogni caso, sono più le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono. Ma io le canto più chiare. E tu le parli peggio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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