«Io, oncologo da 1.500 euro, ero senza un futuro»

Diego Tosi, milanese, classe '75, lavora all'Institut Curie di Parigi, uno dei più importanti centri in Francia per la cura dei tumori.
È assistente oncologo specialista e, come spiega lui stesso, «a spingermi verso la Francia è stata la ricerca di un contratto di lavoro stabile».
Laureato in Medicina a Milano, Tosi comincia a lavorare dopo la specializzazione in Oncologia all'Istituto dei Tumori di Milano, uno dei centri d'eccellenza del nostro Paese.
La paga? 1.500 euro con partita Iva per 10 o 11 ore di lavoro al giorno, senza alcuna prospettiva di lavoro stabile.
Insieme a sua moglie, neurologa co.co.co di un altro grande centro di ricerca di Milano, capisce che in questo modo non riusciranno mai a metter su famiglia: decidono di espatriare. A Tosi basta mandare un curriculum via mail per essere chiamato a Parigi, al Curie: la Francia soffre infatti di una cronica mancanza di medici, specie oncologi.

«Non mi considero “cervello in fuga” né condivido certe recriminazioni portate avanti anche a mezzo di campagne stampa. Mi considero piuttosto “manodopera specializzata” trasferitasi all'estero», dice. Il consiglio ai giovani? «Cogliere altre opportunità».

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